di Emanuela Andreocci

Il fulcro della narrazione, sostenuta da una sceneggiatura sapiente, ricca di spunti di riflessione interessanti e di battute e tempi comici eccellenti, riguarda l'insoddisfazione di Abe Lucas e il suo tornare pian piano alla vita, o a quella che lui ritiene tale. Il tutto è regolato dalla casualità, tema a cui Woody Allen è molto legato, che aveva già affrontato in Match Point ed in Magic in the Moonlight e che torna a predicare con Abe nella sua classe.
Il rapporto con Jill (che è fidanzata con Roy - Jamie Blackley - ma che non riesce a resistere all'attrazione per il professore) evolve e progredisce: dalla prima iniziale simpatia reciproca diventano amici e confidenti. Il vero cambiamento nella vita di Abe però non è attribuibile alla ragazza, e neanche a Rita Richards, la bella professoressa interpretata da Parker Posey che vorrebbe trovare in lui la soluzione all'infelicità del suo matrimonio: la svolta avviene quando, assistendo per caso ad una conversazione di sconosciuti, Abe ritrova la voglia di vivere e si adopera per dare un senso alla sua esistenza.

Emma Stone, come al solito, assolve al suo ruolo, donando al suo personaggio sia un certo candore genuino nei confronti della vita, sia una sicurezza insistente ed a tratti fastidiosa, dovuta alla sua bellezza ed intelligenza, nei confronti di Abe Lucas.
Molti, per chi scrive, sono i rimandi a Magic in the Moonlight: non solo per la presenza di un affascinante uomo carismatico più grande rispetto alla Stone, protagonista anche del precedente film, ma anche e soprattutto per le scenografie, i colori ed i costumi, che rimandano ad una storia senza tempo.
Promuoviamo a pieni voti questo nuovo lavoro di Woody Allen che, ad 80 anni compiuti, continua a stupirci e a divertirci con la sua regia efficace e con la sua scrittura creativa.
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