di Emanuela Andreocci

In Quo vado? di Gennaro Nunziante, giunto alla quarta collaborazione cinematografica con il comico pugliese, Checco è infatti un pubblico impiegato nell'ufficio provinciale caccia e pesca del paesino dove vive. Ha una vita invidiabile, proprio quella che sognava fin da piccolo ("Io voglio fare il posto fisso!"): un tetto sopra la testa (quello con papà e mamma), un lavoro di tutto rispetto che ha la possibilità di raggiungere comodamente in bicicletta e una fidanzata che lo venera proprio per il suo status quo.
Sembra che nulla possa scalfire la sua serenità, eppure l'idillio sta per finire. Il Ministro Magno (Ninni Bruschetta) annuncia il taglio delle province e Checco viene convocato a colloquio dalla dirigente Sironi (Sonia Bergamasco) che gli presenta due scelte: lasciare il posto fisso dietro un' apparentemente cospicua buonuscita o essere trasferito lontano da casa.
Complice il senatore Binetto (Lino Banfi) che compare come un deus ex machina pronto a sbrogliare i dilemmi morali del protagonista trovandogli sempre il giusto escamotage, Checco non accetta di dare le dimissioni e comincia il suo viaggio su e giù per l'Italia, spedito nei posti più improbabili proprio dalla dottoressa Sironi che in questo modo pensa di farlo capitolare. Ma più si allontana da casa e la cifra proposta per andarsene sale, più Checco si intestardisce, quindi a mali estremi, estremi rimedi: viene mandato al polo Nord con l'importante missione di difendere i ricercatori dagli attacchi degli orsi polari, compito che lo farà finalmente desistere. Ma è proprio quando sta per cedere che compare Valeria (Eleonora Giovanardi), un misto tra Cameron Diaz, Margherita Hack e Licia Colò, e siccome "tira più il sorriso di una donna che un rinoceronte", Checco si apre ad una nuova, emozionante e più civile vita.
Complice il senatore Binetto (Lino Banfi) che compare come un deus ex machina pronto a sbrogliare i dilemmi morali del protagonista trovandogli sempre il giusto escamotage, Checco non accetta di dare le dimissioni e comincia il suo viaggio su e giù per l'Italia, spedito nei posti più improbabili proprio dalla dottoressa Sironi che in questo modo pensa di farlo capitolare. Ma più si allontana da casa e la cifra proposta per andarsene sale, più Checco si intestardisce, quindi a mali estremi, estremi rimedi: viene mandato al polo Nord con l'importante missione di difendere i ricercatori dagli attacchi degli orsi polari, compito che lo farà finalmente desistere. Ma è proprio quando sta per cedere che compare Valeria (Eleonora Giovanardi), un misto tra Cameron Diaz, Margherita Hack e Licia Colò, e siccome "tira più il sorriso di una donna che un rinoceronte", Checco si apre ad una nuova, emozionante e più civile vita.


Non scontato, divertente, genuino e sincero: Zalone sa come divertire senza essere pesante e ripetitivo, usando sapientemente - ma questo già lo sapevamo - anche le differenze etniche, religiose e sociali. Rischia, forse, un paio di scivoloni nella volgarità, che però gli possono essere tranquillamente perdonati.
Anche se è facile dimenticarselo, gran parte della storia è raccontata dal protagonista al capo di una tribù africana che deve decidere se credere al suo buon cuore oppure bruciarlo vivo. Checco, con l'aria scanzonata che tutti conosciamo e con quella smorfia tra il sornione e l'inebetito, fa di nuovo centro e racconta con piacere e dovizia di particolari tutto, basta mettersi comodi.
Dal 1 gennaio 2016 al cinema.
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