Parliamo di...

mercoledì 6 aprile 2016

“Veloce come il vento”: un riuscito mix di adrenalina e sentimenti

di Silvia Sottile

Sembra un buon momento in Italia per il cinema di genere. Dopo lo straordinario successo di pubblico e critica (culminato con 16 nomination ai David di Donatello) ottenuto da Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, ecco che arriva in sala Veloce come il vento, terza regia per Matteo Rovere, che porta sullo schermo una storia familiare ambientata nel ruggente mondo dei motori.
Giulia De Martino (Matilda De Angelis) ha 17 anni e la velocità le scorre nelle vene: viene da una famiglia che da generazioni sforna campioni di corse automobilistiche. È un pilota di talento, nonostante la giovanissima età, e corre nel campionato GT sotto la guida del padre. Un giorno tutto cambia e si ritroverà  a dover crescere il fratellino Nico (Giulio Pugnaghi) e ad affrontare da sola la pista e la vita. Per non perdere la casa deve vincere il campionato e sarà dunque costretta a convivere col fratello maggiore Loris (Stefano Accorsi), un ex pilota di successo, ormai rovinato dalla tossicodipendenza, ma ancora dotato di una grande abilità al volante. I due saranno obbligati a lavorare insieme, in un susseguirsi di adrenalina ed emozioni che farà scoprire loro quanto sia complicato ma allo stesso tempo importante, essere una famiglia. Nel cast anche Roberta Mattei (Annarella, la compagna di Loris) e Paolo Graziosi (nel ruolo del meccanico Tonino).

L’abilità di Rovere sta nel far convivere le due anime del film, conciliando alla perfezione la storia umana, le emozioni della sfera familiare, con l’azione, la carica e la dinamicità del mondo delle corse. Il personaggio di Loris De Martino è liberamente ispirato alle reali vicende dell’ex-campione di rally Carlo Capone. Mentre Giulia rappresenta un po’ tutte quelle donne (e ce ne sono tante) che guidano su pista in un ambiente prettamente maschile. Ciò che si evince con forza è la grande passione che chi lavora in questo mondo mette in ciò che fa: tutti, dal primo all’ultimo, sono animati dall’amore per i motori. È davvero un peccato che non abbiano la stessa visibilità della Formula 1. Le scene di gara a tutta velocità sono molto realistiche, addirittura vere, essendo state girate nei weekend durante le gare del campionato GT. Difatti si respira a pieni polmoni l’adrenalina tipica delle corse, l’ideale per dare un ritmo intenso che si mantiene per tutta la durata del film facendo appassionare lo spettatore.

Per quanto riguarda i rapporti familiari l’evoluzione procede su binari piuttosto classici e collaudati ma senza perdere mai quei guizzi originali che lasciano il segno, ulteriormente valorizzati dalle magistrali interpretazioni dei protagonisti. Matilda De Angelis, infatti, al suo esordio cinematografico dopo l’esperienza televisiva di Tutto può succedere, è ben più di una promessa, reggendo da professionista un difficile ruolo di primo piano. Stefano Accorsi, d’altro canto, dà mostra di tutto il suo talento, dando vita ad un personaggio ricco di sfaccettature che per certi versi ricorda quello da lui stesso interpretato agli inizi della sua carriera in Radiofreccia di Luciano Ligabue e che gli era valso il David di Donatello (da notare che il produttore è sempre Domenico Procacci). L’attore bolognese si immedesima totalmente, anche nel fisico (ha dovuto perdere 11 kg), nel tossico e disperato Loris che dentro di sé ha ancora una grinta inaspettata.

Veloce come il vento è stato presentato in anteprima al BIF&ST 2016 ed è stato scelto per la terza edizione del progetto ADOTTA UN FILM promosso da 01 Distribution, Rai Cinema e Fandango per sostenere i giovani registi italiani, in partnership con i circuiti Uci Cinemas e The Space Cinema.  Il film sarà nelle nostre sale dal 7 aprile, in circa 300 copie. La qualità del prodotto è sicuramente all’altezza dei film “adottati” nel 2014 (Smetto quando voglio di Sydney Sibilia) e nel 2015 (Se Dio vuole di Edoardo Falcone).

Nessun commento:

Posta un commento