di Silvia Sottile

Il Libro della Giungla
messo in scena da Favreau è più di un semplice remake: omaggia il classico di
animazione che la Disney portò al cinema nel lontano 1967 (una sorta di
testamento artistico dello stesso Walt Disney che morì poco prima della fine
della lavorazione) ma riscopre anche i valori più profondi radicati nell’opera
originale da cui le storie di Mowgli sono tratte, ispirandosi direttamente alla
fonte, ovvero ai racconti di Rudyard Kipling, pubblicati per la prima volta nel
1894.

Alla semplicità narrativa, merito di una storia lineare e al
contempo avvincente, si sovrappone una meravigliosa realizzazione visiva che toglie il respiro, stupisce e affascina. Le immagini mozzafiato immergono lo
spettatore in questa natura strabiliante, in una giungla rigogliosa e
lussureggiante, curata fin nei minimi dettagli, tanto da sembrare vera pur
essendo realizzata al computer grazie all’innovativa tecnica del fotorealismo.
L’unico attore in carne ed ossa è l’esordiente, bravissimo ed espressivo Neel Sethi
(Mowgli), perché anche gli animali (incredibilmente reali) sono frutto della
CGI ad opera dello straordinario team degli effetti speciali, tra cui troviamo
i creatori di Avatar, Vita di Pi e la trilogia de Il Signore degli Anelli. Per una volta
ci troviamo infatti a consigliare caldamente la visione in 3D, per immergersi totalmente in una
magica avventura per gli occhi e per l’anima.
Il classico Disney viene così modernizzato, grazie alle
nuove tecnologie, per far conoscere le avventure di Mowgli a una nuova
generazione di bambini (i ragazzi di oggi purtroppo trovano piatta la vecchia
animazione), strizzando però al contempo l’occhio ai nostalgici del passato:
merito delle musiche di John Debney con l’inserimento di un paio di canzoni orecchiabili
e divertenti, già presenti nella precedente versione. Chi non ricorda, ad
esempio, Lo stretto indispensabile che, per
l’occasione, è intonata dall’eclettico Neri Marcorè che presta la voce all’orso
Baloo? Ottima nell’insieme la scelta dei talent italiani per un doppiaggio che
non fa rimpiangere i grandi nomi della versione in lingua originale: Toni
Servillo (Bagheera), Violante Placido (Raksha/mamma lupa), Giovanna Mezzogiorno
(Kaa) e Giancarlo Magalli (King Louie). Voci che caratterizzano alla perfezione
i tratti di questi animali parlanti ed espressivi.
Il Libro della Giungla
mantiene dunque un’atmosfera vicina all’originale, senza stravolgere
particolarmente la storia, aggiungendo a tratti lo spirito un po’ più cupo dei
racconti di Kipling in un mix di allegria, divertimento e momenti di tensione
per un’epica avventura di formazione, un emozionante percorso di crescita che
porterà Mowgli alla scoperta di se stesso, del suo essere un uomo all’interno
della giungla e del mondo degli animali, con i suoi valori e il suo senso di
appartenenza.
La Disney fa sempre le cose in grande, soprattutto quando si
tratta di prodotti per tutta la famiglia. Siamo certi che i genitori
accompagneranno ben volentieri i figli in sala godendosi piacevolmente il film.
Il Libro della Giungla è al cinema
dal 14 aprile.
Nessun commento:
Posta un commento