di Silvia Sottile
Che cosa sarebbe successo se l’asteroide che ha cambiato per
sempre la vita sulla Terra non avesse colpito il nostro pianeta e i dinosauri
non si fossero mai estinti? Da questa simpatica idea di partenza ha inizio Il Viaggio di Arlo, diretto da Peter
Sohn, seconda pellicola Disney-Pixar dell’anno dopo il sofisticato Inside
Out, capolavoro di Pete Docter.
Questa volta, ferma restando l’impeccabilità tecnica dei
prodotti targati Pixar, ci troviamo di fronte ad una storia destinata
soprattutto ai bambini: un classico percorso di formazione attraverso un
viaggio avventuroso per ritornare a casa. Arlo è un giovane apatosauro che
aiuta la famiglia a mandare avanti la fattoria, ma è molto pauroso, nonostante
i ripetuti incoraggiamenti da parte del padre. Un giorno, a causa di una
tempesta e un rocambolesco inseguimento, si ritrova ferito e lontano da casa.
Dovrà riuscire a superare le sue paure e affrontare un viaggio ricco di
avventure e incontri per tornare a casa, tirando fuori tutto il suo coraggio
che lo porterà a diventare adulto. Lungo il percorso sarà aiutato da Spot,
piccolo cucciolo d’uomo primitivo, con il quale nascerà una vera amicizia. Davvero
irresistibile e di immediato effetto l’idea di immaginare il dinosauro Arlo
come un ragazzo e Spot, l’umano, esattamente come fosse un cagnolino, affettuoso,
coraggioso e selvaggio, in un rovesciamento dei classici ruoli uomo-animale. I
due sono adorabili. Ci saranno momenti divertenti, altri di difficoltà e naturalmente
non mancheranno quelli commoventi, a sottolineare l’importanza e il valore degli
affetti, che siano legami familiari o di profonda amicizia.
Le storie Disney Pixar hanno il potere di emozionare e
coinvolgere anche se la trama di base non è del tutto nuova. Sono infatti
evidenti i richiami ad alcuni classici come Alla
ricerca di Nemo o Il Re Leone,
che fanno sentire quasi “a casa” il pubblico di ogni fascia d’età, pur
garantendo un’originalità narrativa e una sceneggiatura lineare, semplice ma
sempre di impatto, senza sbavature. È incredibile la capacità di raccontare
storie simili ma farle sembrare nuove ed entusiasmanti. Simpatici e buffi i
personaggi incontrati lungo il percorso, tutti graficamente resi alla
perfezione da un design sempre d’alto livello. Meritano una menzione
particolare i feroci T-Rex, immaginati (in questo mondo alternativo) come dei
cowboy, dei mandriani. E la fase del racconto che li vede interagire con Arlo è
narrata (sia visivamente che a livello di musiche) come un vero e proprio
western preistorico. La natura, meravigliosa ma anche selvaggia, assume un
ruolo fondamentale ai fini del racconto, quasi un personaggio vero e proprio,
un antagonista, che rende difficile e impervio il ritorno a casa del nostro
piccolo eroe, eppure è anche una natura bellissima, che regala scene da
togliere il respiro, come quella notturna, di forte impatto emotivo, con stelle
e lucciole. I paesaggi naturali mozzafiato, le maestose distese a perdita d’occhio
di roccia e vegetazione, i fiumi, sono resi con un realismo a dir poco
incredibile, a conferma (se mai ce ne fosse bisogno) dell’eccellente qualità
dell’animazione Pixar. Le nuvole, le gocce d’acqua, le foglie, le vette
innevate, tutto sembra davvero reale. I personaggi, invece, anch’essi curati
nei minimi dettagli, hanno forme morbide, arrotondate, variopinte e sgargianti,
in un delizioso tripudio di colori che cattura l’attenzione dei più piccoli.
Era molto difficile colpire nel segno dopo il successo di Inside Out eppure Il Viaggio di Arlo ci riesce, proprio per la sua storia semplice ma
toccante, narrata con ritmo e supportata da immagini, fotografia e musiche (del
premio Oscar Mychael Danna)
assolutamente all’altezza delle aspettative.
Il Viaggio di Arlo,
nelle nostre sale dal 25 novembre, è un divertente ed emozionante film per
famiglie. Pronti per un’altra epica e straordinaria avventura targata Pixar?
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