di Silvia Sottile
Il regista Guido Chiesa adatta per il grande schermo la commedia
messicana campione di incassi Nosotros
los nobles, naturalmente italianizzando al massimo contesto, temi e
personaggi. Il ruolo di protagonista principale di Belli di papà è stato pensato, fin dalla fase di scrittura, per
Diego Abatantuono, che lo ha interpretato con simpatia e professionalità,
contribuendo anche ad aggiungere qualcosa di suo alla sceneggiatura e con l’improvvisazione
direttamente sul set.
Vincenzo (Abatantuono) è un imprenditore milanese (con
origini pugliesi) di successo. Purtroppo è vedovo e i suoi tre figli (tra i 20
e i 25 anni) lo preoccupano non poco: sono cresciuti viziati, immaturi e privi
di senso di responsabilità. Non fanno nulla nella vita, a parte spendere cifre
spropositate per cose assurde. Deciso a dargli una lezione, finge, con l’aiuto
del socio Giovanni (Antonio Catania), che la sua azienda sia fallita per
bancarotta fraudolenta, costringendo i figli a nascondersi con lui nella
vecchia casa di famiglia in Puglia (a Taranto) e qui, senza soldi né carte di
credito, i ragazzi dovranno fare ciò che non hanno mai fatto nella vita:
lavorare! Nel corso della pellicola, tra una risata e l’altra, assisteremo
anche ad un percorso di crescita, non solo da parte dei tre ragazzi (Chiara –
Matilde Gioli, Matteo – Andrea Pisani, Andrea – Francesco Di Raimondo) ma anche
del padre, nel rendersi conto che forse qualche responsabilità della situazione
è anche sua. Un padre che vuole far maturare i figli ma, ammettendo le sue colpe,
cambia e matura anche lui.
Come nella più classica delle tradizioni della commedia
italiana, si ride tanto e con gusto (soprattutto nella prima parte) giocando un
po’ sulle differenze nord-sud ma soprattutto sfruttando l’immediata comicità
dovuta all’impatto dei viziati figli di papà col mondo del lavoro. A poco a
poco però emerge anche un lato più emotivo che fa riflettere sulle difficoltà
dei giovani di oggi (che non vanno giudicati ma supportati) e anche sulla famiglia
e sul rapporto genitori-figli. Purtroppo si evidenzia una certa discontinuità
tra la prima parte, molto ritmata e divertente, e la seconda, in cui il ritmo
cala, fino alla conclusione un po’ troppo frettolosa, con qualche pecca qua e
là nella sceneggiatura. Nell’insieme il giudizio rimane comunque abbastanza
positivo, considerata anche la tipologia di prodotto, di carattere più commerciale.
Ottima l’interpretazione di Diego Abatantuono, in splendida
forma, che fa da mattatore reggendo gran parte del film col supporto di una
spalla ben collaudata come Antonio Catania. Si rivelano discreti e sicuramente
in parte anche i tre giovani interpreti dei figli, nonostante la poca
esperienza cinematografica. Francesco Facchinetti, per la prima volta sul grande schermo, è stato una piacevole sorpresa, perfetto e convincente al suo esordio nel
ruolo di Loris, il viscido fidanzato di Chiara, noto PR della Milano by night,
sempre esagerato e sopra le righe, come richiesto dal personaggio. Nel cast
anche Barbara Tabita, Marco Zingaro e Nicola Nocella.
La Puglia è una splendida regione, molto bella sia a livello
di paesaggi che culturalmente. Visto che inoltre finanzia molto il cinema
italiano, la vediamo sempre più spesso (e quasi sempre con merito) nei film
nostrani.
Belle le musiche, che accompagnano in modo funzionale l’evolversi
della trama ed è un piacere sentire sui titoli di coda la canzone Buon Viaggio di Cesare Cremonini.
Belli di papà,
nelle nostre sale dal 29 ottobre, si
rivela dunque una commedia divertente, leggera, che fa ridere, adatta a trascorrere piacevolmente un’ora e
mezza di svago.
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