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mercoledì 18 novembre 2015

“Né Giulietta, né Romeo”: adolescenza e omosessualità

di Silvia Sottile

Per il suo debutto da regista, con Né Giulietta, né Romeo l’attrice Veronica Pivetti sceglie un copione che da un certo punto di vista somiglia fin troppo a Provaci ancora Prof!, la fortunata fiction televisiva che l’ha vista protagonista per ben sei stagioni e che sul piccolo schermo può anche funzionare ma al cinema non convince pienamente.

Rocco (Andrea Amato) ha 16 anni, età molto delicata, ricca di passioni, sogni, voglia di ribellione e sentimenti in subbuglio. Ha genitori separati ma aperti, presenti e all’apparenza progressisti: Olga (Veronica Pivetti) è giornalista mentre Manuele (Corrado Invernizzi) è uno psicanalista di fama nonché impenitente dongiovanni. Quando però Rocco si rende conto di provare sentimenti per un compagno di scuola e rivela alla famiglia la propria omosessualità, arriva l’inevitabile scontro farcito da incomprensioni e pregiudizi omofobi ad evidenziare i limiti del perbenismo di facciata. Rocco decide allora di fuggire con i suoi migliori amici, Maria (Carolina Pavone) e Mauri (Francesco De Miranda), direzione Milano, per partecipare al concerto della rockstar del momento, giovanissima icona gay, di cui è un fan sfegatato. Mentre Manuele è preso dalle sue relazioni sentimentali, Olga parte all’inseguimento del figlio, accompagnata dalla madre, l’anziana, fascista e originale nonna Amanda (Pia Engleberth). I siparietti tra le due sono la parte più divertente della pellicola, che alla fine si risolverà con una prevedibile e scontata maturazione di tutti i protagonisti.

Se la scelta della tematica può rivelarsi interessante, ovvero la probabile e difficile reazione di un genitore comune all’omosessualità del figlio e alle plausibili difficoltà che questa realtà comporta purtroppo ancora oggi, la resa non è altrettanto convincente.

Forse raccontare in chiave di commedia un tema così delicato (da meritare il patrocinio di Amnesty International), non è poi così semplice come sembra e si rischia (cosa che puntualmente accade) di cadere nei luoghi comuni più ovvi. Né Giulietta, né Romeo appare infatti troppo farcito di stereotipi , situazioni decisamente poco credibili, a tratti surreali, che lo rendono più in linea con una serie tv. Anche la sceneggiatura non risulta omogenea, la trama non segue una sua logica e i personaggi avrebbero necessitato di una maggiore sfaccettatura. Quello che manca, soprattutto, è un po’ di spessore: non si va mai in profondità, cosa che in questo contesto sarebbe stata necessaria.  Non tutto è da buttar via: alcuni dialoghi infatti sono brillanti ed emerge la bravura della grande Pia Engleberth, l’unica a farci ridere con la sua simpatica nonna Amanda. 

Né Giulietta, né Romeo, nelle nostre sale dal 19 novembre, è un film che non indaga a fondo nella tematica che promette di affrontare, i potenziali elementi di interesse rimangono spunti appena accennati,  ed emergono tutti i limiti della Pivetti al suo primo tentativo come regista.

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