di Silvia Sottile
Il regista e sceneggiatore Massimiliano Bruno porta sul
grande schermo lo spettacolo teatrale Gli
ultimi saranno ultimi, da lui stesso scritto ed interpretato sul palcoscenico (tra il 2005 e il 2007) dalla
straordinaria ed eclettica Paola Cortellesi, in un sempre più frequente
connubio tra teatro e cinema. Bruno vira dalla sua abituale propensione alla commedia
per esplorare il più complesso territorio del dramma, prendendo fortemente
spunto dalla realtà e narrandola in maniera immediata e senza veli.
Luciana (Paola Cortellesi) è una donna semplice, che sogna
una vita dignitosa insieme al marito Stefano (Alessandro Gassmann). Lei ha un
lavoro poco retribuito che però le consente almeno di vivere, lui non vuole
andare “sotto padrone” e cerca sempre di concludere “affari” che non vanno mai
in porto. Quando finalmente coronano il loro più grande desiderio, ovvero
l’attesa di un bambino, Luciana si ritrova improvvisamente senza lavoro (licenziata,
o meglio: non le viene rinnovato il contratto proprio perché incinta). Nel momento
in cui anche gli affetti intorno a lei si allontanano, Luciana, al nono mese di
gravidanza, decide di reagire, per riaffermare la sua dignità, chiedendo con
coraggio ciò che le spetta, fino a compiere un gesto estremo e sconsiderato,
come puntare la pistola contro un poliziotto, Antonio Zanzotto (Fabrizio
Bentivoglio). Sceglie però la persona sbagliata per reclamare giustizia, anche
lui è un ultimo tra gli ultimi.
Il film si apre proprio con alcune immagini di questa scena
finale, per poi narrare (attraverso un lungo flashback) tutti gli eventi che
hanno portato a quel punto della storia. Così il pathos avvolge lo spettatore
fin dal primo momento, mentre si entra pian piano nelle vite di Luciana,
Stefano e Antonio e del paese della provincia laziale (funestato dalle
radiazioni delle antenne di Radio Vaticana che trasmettono la messa persino
dalle tubature dei lavandini e dai water) in cui vivono, con tutti i personaggi
di contorno.
Un po’ si ride, ma soprattutto si riflette, in questa
commedia amara sulla vita. Sembra quasi di sentire un pugno nello stomaco
assistendo passo dopo passo alle sofferenze di Luciana, interpretata da una
stratosferica Paola Cortellesi, grandissima attrice e artista a tutto tondo (ha collaborato anche alla sceneggiatura) che dà al suo personaggio quella forza dolorosa della
disperazione e quell’intensità necessarie a reggere (ed in grande) l’intero
percorso emotivo del film. Se lei è il fulcro, protagonista assoluta, va
giustamente riconosciuto che è affiancata da attori altrettanto bravi, come
Alessandro Gassmann, professionalmente sempre più maturo, perfetto nel ruolo
dello scansafatiche irresponsabile ma pronto alla battuta, e un Fabrizio Bentivoglio
che mette nel suo poliziotto tutta la malinconia necessaria a farci immedesimare in lui. Nel cast anche
Stefano Fresi e Ilaria Spada, perfettamente in parte.
Il tentativo di portare avanti una commedia drammatica,
toccando temi forti (come l’inquinamento ambientale e ancor di più la
situazione della donna che perde il lavoro in seguito ad una gravidanza) che
rispecchiano purtroppo la nostra realtà, è abbastanza riuscito. Di questo va
dato merito a Bruno, che però ha ancora
margine di miglioramento: alcuni nodi della sceneggiatura risultano poco fluidi,
la scelta di partire dalla fine non convince a pieno e le musiche,
indubbiamente belle e toccanti, sembrano a tratti eccessive per come poi si
evolve la vicenda, che vuole fortunatamente lasciare un barlume di speranza.
Gli ultimi saranno ultimi,
nelle nostre sale dal 12 novembre, tocca profondamente l’animo umano, grazie ad
interpretazioni intense e drammatiche, senza dimenticare i momenti divertenti
che ogni tanto alleggeriscono l’atmosfera con toni da commedia all’italiana. Il
tema trattato (che poi è la vita) e il modo in cui è narrata la storia,
commuovono ed emozionano. Da vedere.
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