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domenica 1 novembre 2015

“La legge del mercato”: un intenso Vincent Lindon in cerca di lavoro

di Silvia Sottile

Uno straordinario Vincent Lindon è il protagonista assoluto del film La legge del mercato di Stéphane Brizé. La sua intensa interpretazione di Thierry Taugourdeau è valsa all’artista francese il meritato premio come miglior attore all’ultimo Festival del Cinema di Cannes.

Thierry è un uomo di 51 anni, ha lavorato tutta la vita per una società che poi ha deciso di delocalizzare (in cerca di maggiori guadagni) licenziando tutti. Alla sua età è difficile trovare un nuovo lavoro, da 20 mesi vive col sussidio di disoccupazione tra corsi di formazione che non portano a nulla, uffici di collocamento, colloqui via skype e consulenti finanziari che gli suggeriscono di vendere la casa e farsi un’assicurazione sulla vita. Assistiamo alla frustrazione di Thierry che cerca di non disperarsi di fronte a queste umiliazioni e di non perdere la sua umanità, la sua rettitudine morale, la sua dignità. Finalmente Thierry trova un lavoro che gli consente di mantenere la sua famiglia (ha infatti una moglie e un figlio disabile): agente di sicurezza in un grande magazzino. Solo che i proprietari vogliono che denunci non soltanto i furti dei clienti ma anche i piccoli sbagli dei colleghi, per poterli licenziare. Thierry si troverà di fronte ad un profondo dilemma morale: cosa è disposto a sacrificare per non perdere il proprio lavoro? Fino a che punto può venire a patti con la sua coscienza pur di tenere il posto?

Vincent Lindon dà anima e corpo, espressività e coraggio a Thierry, un uomo retto, che affronta le gravi problematiche del mercato del lavoro, soprattutto quelle di un cinquantenne che ha enormi difficoltà a trovare un lavoro dopo averlo perso, pur essendo umile e disposto ad accettare qualunque opportunità. La legge del mercato è indubbiamente un film profondo e drammatico, che fa davvero riflettere sulla difficile situazione lavorativa attuale, non solo in Francia, dove è ambientato, ma anche in molti altri paesi, tra cui il nostro.

Interessante il modo in cui il regista ha scelto di realizzare questo film, dandogli un aspetto quasi documentaristico, per renderlo reale e coinvolgente al massimo. Gli attori che affiancano Lindon sono quasi tutti non professionisti e nella maggior parte dei casi svolgono realmente lo stesso lavoro del personaggio che interpretano (la cassiera, la guardia giurata, l’impiegato dell’agenzia di collocamento, ecc.).

Anche dal punto di vista tecnico (e lo dimostra la scelta di un direttore della fotografia alla prima esperienza nel cinema ma proveniente dal mondo dei documentari) assistiamo ad un interessante esperimento cinematografico: ripresa a mano, camera in spalla, numerosi e intensi primi piani del protagonista, sempre al centro della scena per cogliere le sue espressioni e le sue reazioni a ciò che vede, a ciò che ascolta, a ciò che accade, tentando sempre di riuscire a non perdere la sua dignità di essere umano.

Lo stesso Vincent Lindon, in sede di conferenza stampa, ha sottolineato l’importanza di rappresentare un tema come questo sul grande schermo perché sono molti gli uomini come Thierry, ma spesso chi ci governa non ha una vera percezione di ciò che accade nella realtà.


La legge del mercato, grazie alla splendida e intensa interpretazione del protagonista, è un film che tocca profondamente tutti noi, facendoci riflettere sul mondo del lavoro ma anche sulla nostra coscienza. È nelle sale italiane dal 29 ottobre, distribuito da Academy 2, che nel 2015 ha già portato sui nostri schermi altri piccoli gioielli del cinema europeo come Minuscule, Leviathan e The Salvation.

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