di Silvia Sottile
La Disney, dopo i successi (e gli Oscar) di Frozen e Big Hero 6, torna a raccontare un mondo popolato esclusivamente da
animali antropomorfi, che tanto ricordano i protagonisti di Robin Hood (1973).
Il
cinquantacinquesimo classico animato della nota casa californiana è ambientato
a Zootropolis (da qui il titolo del
film), moderna metropoli multietnica, in cui ognuno può realizzare i propri
sogni ed essere ciò che vuole. Questo è almeno ciò in cui ha sempre creduto Judy Hopps, coraggiosa coniglietta proveniente da Tana dei Conigli che, nonostante le piccole dimensioni, è riuscita a diventare un poliziotto, ma la vita all’interno del corpo di polizia,
dominato da animali grandi e grossi, non è affatto facile. Il capitano Bogo la
relega ad ausiliare del traffico, finchè Judy, un po’ per caso, un po’ per
caparbietà, si ritrova ad indagare sulla scomparsa di una lontra ed ottiene le
famose 48 ore per risolvere il caso o dare le dimissioni. Ad aiutarla in questa
indagine troviamo Nick, una volpe truffaldina che vive di espedienti, ma dal
cuore d’oro. I due, assolutamente complementari, riusciranno pian piano a scoprire
importanti indizi e a superare i rispettivi pregiudizi iniziali.
Zootropolis,
prodotto da Clark Spencer e diretto da Byron Howard e Rich Moore, presenta
alcune caratteristiche dei vecchi classici Disney, unite a spunti davvero
innovativi e moderne idee rivoluzionarie, specie se si pensa che si tratta di
un film per i più piccoli: probabilmente (a detta degli stessi film-makers in
sede di conferenza stampa) sarà il primo poliziesco a tutti gli effetti che i
bambini si troveranno a vedere. Tanti i riferimenti a pellicole noir o detective movie come L.A. Confidential, Chinatown, Arma Letale, 48 ore o Beverly
Hills Cop (oltre naturalmente a Basil l’investigatopo,
sempre di casa Disney) che sono stati di ispirazione. I richiami più evidenti,
la cui comprensione è riservata prettamente al pubblico adulto, sono a Il Padrino e
Breaking Bad (chicche
davvero impeccabili). Mentre la gag in
assoluto più divertente, per grandi e piccini, è indubbiamente quella della
motorizzazione (in cui lavorano solo bradipi, in omaggio alla lentezza non solo
americana ma della burocrazia in generale) già in parte anticipata dal trailer.
Il bradipo Flash è destinato a diventare un cult.
La cosa più incredibile è infatti la caratterizzazione dei
personaggi, sia dal punto di vista psicologico che visivo, rappresentati con le
loro reali proporzioni. I dettagli grafici lasciano davvero senza fiato, in perfetto
stile Disney. Notiamo, come di consueto, un’accuratezza dei particolari che
rasenta la perfezione: colori vivaci e sgargianti o bui e pacati a seconda
delle diverse zone della città che rispecchiano i diversi habitat costruiti per
gli animali che le abitano. Tutta l’architettura di Zootropolis è spettacolare,
suddivisa in quartieri su misura (ad esempio Little Rodentia, Piazza Sahara,
Foresta Pluviale o Tundratown) e addirittura i mezzi pubblici hanno porte di
grandezza differente per consentire l’ingresso a tutti gli animali. Perché a
Savana Centrale, il centro della città, convivono pacificamente animali grandi
e piccoli, prede e predatori.
Ed è questo anche il fulcro del film: si tratta
fondamentalmente di un poliziesco animato per bambini ma ricco comunque di
importanti sotto-trame, a partire dal messaggio fondamentale contro i pregiudizi. In un
periodo storico in cui purtroppo aumenta la diffidenza verso chi è diverso e di
conseguenza la paura porta a razzismo e pregiudizi, Zootropolis veicola l’importante concetto che la convivenza
pacifica tra prede e predatori, animali grandi e piccoli, è possibile.
L’esempio di Judy è rivolto anche ai bambini: con coraggio e dedizione si
possono realizzare i propri sogni o almeno, più prosaicamente, i propri
progetti e obiettivi. Emblematica è la bellissima canzone di Shakira, Try Everything, cantata da Gazelle (il
personaggio a cui la popstar presta la voce nella versione originale) proprio
nel momento in cui Judy compie il suo viaggio verso Zootropolis. A tal proposito
apriamo una piccola parentesi sul doppiaggio italiano. Da un po’ di tempo va di
moda affidare le voci a personaggi noti del mondo dello spettacolo, i
cosiddetti talent. Fortunatamente in questo caso si tratta di ruoli secondari
che possono anche risultare simpatici (Diego Abatantuono, Teresa Mannino, Frank
Matano, Nicola Savino, Paolo Ruffini) mentre nei ruoli principali troviamo
doppiatori professionisti (Alessandro Quarta, Ilaria Latini, Ilaria Stagni,
Massimo Lopez, Leo Gullotta, Alessandro Ballico).
Zootropolis, nelle
nostre sale dal 18 febbraio (con molto anticipo rispetto alla distribuzione USA
prevista per il 4 marzo), è l’ennesimo gioiellino targato Disney. Film
delizioso per tutta la famiglia, divertente, appassionante, con spunti di riflessione
e ricco di emozioni. Consigliatissimo.
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