di Silvia Sottile
La nuova commedia corale di Fausto Brizzi vuole raccontare
un’ampia fascia di popolazione italiana contemporanea, non più giovane ma che
non riesce ad accettare l’età che avanza.
Giorgio (Fabrizio Bentivoglio) ha 50 anni e un compagna
giovanissima (Marika/Pilar Fogliati), tanto da farla passare per sua figlia, ma
la tradisce con una coetanea cinquantenne (Stefania/Lorenza Indovina) con cui
si ritrova a condividere ricordi comuni, legati all’età. Franco (Teo Teocoli) è un avvocato
ultrasessantenne, appassionato praticante di sport, in particolare maratona, sempre
iperattivo e adrenalinico a tal punto da costringere la figlia (Marta/Claudia
Zanella) e il genero (Lorenzo/Stefano Fresi) a stargli dietro (a fatica). La sua
vita cambia improvvisamente quando scopre che diventerà nonno e che il suo
fisico non è indistruttibile. Poi c’è Angela (Sabrina Ferilli), un’estetista di
48 anni che ha una storia con un ragazzo di 20 (Luca/Emanuel Caserio)
ostacolata dalla madre di lui (Sonia/Luisa Ranieri), sua amica, la quale a sua
volta ha l’hobby di rimorchiare ragazzi in discoteca. Infine Diego (Lillo), DJ
radiofonico di mezz’età che deve fare i conti con gli anni che passano e con un
nuovo, giovanissimo e agguerrito rivale (Francesco Sole).
Brizzi, non solo in veste di regista ma anche di sceneggiatore
(insieme a Marco Martani ed Edoardo Falcone, già autori di Se Dio vuole, brillante e divertente commedia dello scorso anno),
punta il dito su quella che sta diventando una realtà sempre più diffusa nel
nostro paese: il desiderio di non invecchiare, la voglia di rimanere sempre
giovani fino a rasentare il ridicolo.
Ci sono i cinquantenni che stanno con le
ventenni, le Milf a caccia di un Toy Boy, gli anziani che contro ogni
evidenza, anche fisica o di salute, non si arrendono agli acciacchi dell’età.
Brizzi afferma di aver preso spunto dalla quotidianità che ci circonda, sembra
infatti che stia sparendo la figura del nonno di una volta: piuttosto che
tenere i nipotini i nonni di oggi vanno a ballare o a lezione di pilates!
Oltre
a questo affresco contemporaneo, decisamente ben delineato (che nella pellicola
è naturalmente portato all’estremo ma senza esagerare più di tanto né discostandosi
troppo da quanto si vede in giro), ci troviamo di fronte ad un prodotto
gradevole, una commedia ben scritta, divertente, con dialoghi brillanti e una
trama abbastanza omogenea nonostante la gran mole di personaggi. L’unico
piccolo neo è forse la leggerezza: Forever
Young si guarda con piacere, si ride grazie a quel sottile umorismo insito
nelle situazioni e nelle battute, ma l’impressione è che il regista giochi in
maniera fin troppo bonaria con gli immaturi personaggi portati sullo schermo,
manca quell’amarezza di fondo vista ad esempio di recente in Perfetti Sconosciuti di Paolo Genovese
che permette di trasformare una divertente commedia in una vera e propria
critica sociale. Il risultato finale rimane comunque godibile.
La scena cult?
Il piccolo e simpaticissimo cameo di Nino Frassica (in coppia con Lillo) che si
rivela il momento più comico (e più riuscito) della pellicola. L’attore
siciliano riesce a dare il meglio di sé anche in pochi minuti. Va d’altra parte
riconosciuto che ogni interprete si cala bene nel proprio ruolo.
Splendide le musiche che accompagnano lo svolgersi della
trama, una colonna sonora (ad opera di Bruno Zambrini) anni ‘80 dal sapore fortemente
nostalgico a partire dalla nuova versione di Forever Young (la hit degli Alphaville che dà il titolo al film)
interpretata per l’occasione da Nina Zilli, per concludersi con Video Killed The Radio Star (The
Buggles) sui titoli di coda che mette addosso tanta voglia di ballare e
sentirsi giovani (ma attenzione: per chi la ricorda fin troppo bene, potrebbe anche
sortire l’effetto opposto...!).
Forever Young è nelle nostre sale dal 10 marzo.
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