di Silvia Sottile
Presentato al Festival di Berlino 2016, Ave, Cesare! ha aperto la 66esima edizione della Berlinale facendo
subito parlare di sé. La pungente ironia di Joel ed Ethan Coen (registi,
sceneggiatori e produttori) questa volta
va a posarsi sull’Età d’Oro di Hollywood, dando vita a una sorta di omaggio che
prende in giro, svela i retroscena e contemporaneamente esprime un infinito
amore per quell’epoca.
Siamo a Hollywood, dunque, agli inizi degli anni ’50. Il
protagonista è Eddie Mannix (Josh Brolin), il fixer dei fittizi Capitol
Studios, ovvero colui che si occupa di far filare tutto liscio nelle varie
produzioni e soprattutto di tenere lontani dagli scandali gli attori del grande
studio cinematografico. In pratica deve risolvere il possibile e l’impossibile.
Baird Whitlock (il premio Oscar George Clooney) è una star indiscussa,
protagonista del colossal biblico su Gesù Ave,
Cesare! (pellicola che a sua volta dà il titolo al film), nel quale
interpreta un pretoriano che si convertirà, ma sparisce improvvisamente, rapito
da un misterioso gruppo che si fa chiamare “Il Futuro”. Poi c’è la starlette
DeeAnna Moran (Scarlett Johansson), le cui acrobazie in piscina
ricordano Esther Williams, alle prese con una gravidanza fuori dal matrimonio. Hobie
Doyle (Alden Ehrenreich) è un attore specializzato in film western ma lo Studio
vuole cambiargli immagine piazzandolo in un elegante dramma da salotto, facendo
così perdere la pazienza al pignolo regista britannico Laurence Lorenz (Ralph
Fiennes) date le scarse doti recitative del giovane.
Burt Gurney (Channing
Tatum) è un abile ballerino interprete di brillanti coreografie musicali (lo
vediamo ballare il tip-tap vestito da marinaio in omaggio ai musical dell’epoca:
come non pensare a Gene Kelly?) ma ultimamente si comporta in modo strano e
forse nasconde un inaspettato segreto. In tutto ciò Mannix deve anche tenere a
bada due sorelle gemelle giornaliste (che ovviamente si occupano di gossip),
Thora e Thessaly Thacker (il premio Oscar Tilda Swinton) o, meglio ancora, rivelar
loro ciò che vuole far sapere, purché sia utile all’immagine da costruire. Nel
cast stellare anche l’attrice premio Oscar Frances McDormand (la montatrice
C.C. Calhoun), Jonah Hill (il fidato Joseph 'Joe' Silverman) e un ritrovato Christopher
Lambert (il regista Arne Slessum).
Il film va avanti ad episodi – tutti molto divertenti e con risvolti comici o grotteschi – che
esplorano con mirata precisione i vari
generi cinematografici dell’epoca, con un’accuratezza di dettagli, a partire dai
diversi costumi e dalle scenografie costruite ad hoc, che denota una perfetta
conoscenza del settore. Il collante, la presenza che dà omogeneità al tutto, è
la figura chiave di Mannix, perennemente in cerca di una soluzione ottimale per
ogni vicenda, interpretato da un Josh Brolin in forma smagliante. Sebbene i
ruoli siano piuttosto stereotipati, è sempre piacevole vedere Clooney nei panni
di un attore tanto bravo quanto stupido o la Swinton in un surreale doppio
ruolo. Fiennes mostra sempre la sua classe e ci regala uno dei siparietti più divertenti
della pellicola mentre cerca di far ripetere ad un sorprendente Ehrenreich una battuta con il tono giusto (da
gustare, se possibile, in versione originale). Davvero esilarante la scena del
dibattito teologico in cui Mannix prova a convincere vari esponenti religiosi
ad appoggiare il film biblico. Si nota anche un netto riferimento al recente Trumbo dando spazio sullo schermo ad un
gruppo di sceneggiatori comunisti, tra leggera critica e tanta ironia. Belle,
vivaci, coinvolgenti e senza dubbio adattissime le musiche di Carter Burwell
che accompagnano la pellicola.
L’abilità di Joel ed Ethan Coen (4 Oscar all’attivo tra Fargo e Non è un paese per vecchi) sta proprio nell’omaggiare e insieme
sbeffeggiare il mondo del cinema anni ’50. Ave,
Cesare!, nelle nostre sale dal 10 marzo, si rivela una ironica e
divertentissima commedia metacinematografica,
una satira irriverente che al contempo denota con forza tutto l’amore
per l’Età d’Oro di Hollywood.
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