di Silvia Sottile
Dopo lo straordinario successo di Spotlight di Tom McCarthy, fresco vincitore del premio Oscar come
miglior film, ecco arrivare in sala un'altra storia di grande giornalismo
d’inchiesta. Truth – Il prezzo della
verità, presentato come film d’apertura alla decima edizione della Festa
del Cinema di Roma, parla del cosiddetto
“Rathergate”, ovvero la vicenda realmente accaduta che coinvolse la produttrice
della CBS News, Mary Mapes (Cate Blanchett), ed il noto conduttore di 60 Minutes, Dan Rather (Robert Redford), messi a
dura prova in seguito alla messa in onda di un servizio investigativo sul
Presidente degli Stati Uniti allora in carica, George W. Bush.
Il regista James Vanderbilt ha curato anche la sceneggiatura
basata sul libro autobiografico scritto dalla stessa Mapes, una sorta di
memoriale intitolato Truth and Duty: The
Press, the President and the Privilege of Power, in cui racconta i fatti
dal suo punto di vista.
L’inchiesta, andata in onda nel settembre 2004 (in piena
campagna elettorale per le presidenziali americane), andava a toccare un tema
politico scottante e molto delicato, ovvero i presunti favori ottenuti da
George W. Bush tra il ’68 e il ’74 per entrare nella Guardia Nazionale dell'Aeronautica
del Texas in modo da evitare di andare
in guerra nel Vietnam; in più furono resi pubblici dei documenti che dimostravano
come non avesse adempiuto ai suoi doveri durante il periodo di leva. Questo
servizio televisivo fece subito scalpore (Bush era in corsa per la rielezione,
poi avvenuta) e fu immediatamente attaccato, rivelandosi un boomerang per la
CBS e tutto lo staff coinvolto che venne messo sotto accusa per non aver
accuratamente verificato l’autenticità di alcune prove e segnò la fine della
carriera giornalistica sia della Mapes (licenziata) che di Rather (costretto a
dimettersi).
Truth non solo racconta
i retroscena di una grande inchiesta giornalistica, proprio all’interno di una
redazione investigativa, ma esplora anche i rapporti tra giornalismo e politica
(le difficoltà che si incontrano quando si vanno a toccare gli interessi dei
poteri forti) ed in più dà spazio ad una delicata riflessione sull’avvento dei
nuovi media, internet in particolare, che cambia (in peggio) il modo di fare
informazione. Infatti, sebbene probabilmente ci fossero all’interno del
servizio dei dettagli non correttamente verificati per la troppa fretta, ciò
non andava ad inficiare il nocciolo della questione: i fatti esposti erano assolutamente veri e
confermati. Eppure l’attacco mediatico che ne conseguì, puntando il dito sui
cavilli tecnici e gli errori formali, sviò l’attenzione dai solidi e scottanti contenuti
che persero d'interesse. L’inchiesta segnò purtroppo la fine della carriera di
due grandi giornalisti e forse di tutto un modo di fare giornalismo. Una curiosità:
nello stesso anno Mary Mapes aveva curato una scrupolosa inchiesta sulle
torture nella prigione di Abu Ghraib che nel 2005 (a licenziamento avvenuto)
le valse il prestigioso Peabody Award.
Dal punto di vista cinematografico la messa in scena è
assolutamente impeccabile e rigorosa, lo stile decisamente classico si sposa
perfettamente con l’argomento trattato. Truth
si rivela un film coinvolgente, forse a tratti un po’ troppo didascalico ma
sempre avvincente (anche grazie all’ottimo montaggio), caratterizzato da una
scrittura precisa, dettagliata e lineare. Il punto di forza della pellicola è
indubbiamente il cast capitanato da due star indiscusse del grande schermo, i
premi Oscar Cate Blanchett (sempre immensa e convincente) e Robert Redford (più
che perfetto per il ruolo del giornalista, ricoperto innumerevoli volte a
partire dal 1976 nel capolavoro di Alan J. Pakula Tutti gli uomini del Presidente). Tra i comprimari segnaliamo
Dennis Quaid, Elisabeth Moss, Topher Grace, Bruce Greenwood, Stacy Keach e
Dermot Mulroney.
Truth – Il prezzo
della verità, al cinema dal 17 marzo, ha tutta la tensione di un thriller
politico unita al coraggio che dovrebbe dimostrare ogni vero giornalista.
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