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mercoledì 10 giugno 2015

"Jurassic World" ed il fattore "Wow!"

di Emanuela Andreocci

Come si fa a mantenere un grado di apparente e credibile imparzialità difronte al ritorno in pompa magna di un film che ha segnato la memoria cinematografica (e non solo) di chi scrive e di tutta una generazione?

Jurassic World di Colin Trevorrow riporta lo spettatore direttamente al 1993, al primo indimenticabile Jurassic Park, quello di Spielberg ma anche di John Hammond, padre indiscusso del parco. A distanza di ben 22 anni, parzialmente riempiti da altre due pellicole purtroppo lontane dai fasti della prima (Jurassic Park II - Il mondo perduto sempre di Spielberg del 1997 e Jurassic Park III di Joe Johnston del 2001), il parco di attrazioni riapre veramente le porte e si dimostra una macchina perfettamente oliata, funzionante ed efficiente sotto tutti i punti di vista.

I visitatori accorrono a migliaia ogni giorno ed il personale dipendente è sempre più qualificato, eppure Claire (Bryce Dallas Howard) deve comunque lottare per far quadrare i bilanci e trovare finanziatori che continuino a credere nel progetto. Il fine giustifica i mezzi: le attrazioni devono essere sempre più sorprendenti, anche perché ormai vedere semplicemente un dinosauro non sorprende più nessuno, i bambini ammirano gli stegosauri come elefanti allo zoo.  
La modificazione genetica aumenta il fattore "Wow!" e ha portato all'ultimo, terrificante esemplare: l'Indominus Rex, creato con formula segreta partendo dalla base del più famoso e impressionante carnivoro di tutti i tempi. Bigger, louder, more teeth.

Ovviamente, la storia insegna, ad un certo punto accade quello che tutti già immaginiamo: il recinto viene sfondato e l'Indominus Rex, a piede libero nel parco, semina il panico uccidendo chiunque trovi sul suo cammino. "Sta cercando il suo posto nella catena alimentare e forse è meglio che non lo trovi."

Owen Grady (Chris Pratt), l'esperto eroe di turno, è il domatore di Velociraptor il cui compito sarà quello di trovare e possibilmente salvare i nipoti di Claire (interpretati dai giovani Ty Simpkins e Nick Robinson), in visita al parco, e cercare un modo per fermare il pericoloso animale.

I rimandi al primo Jurassic Park (probabilmente grazie anche alla presenza di Spielberg come produttore esecutivo) sono innumerevoli e meritano di essere goduti e scoperti con il progredire della pellicola: dal tema di John Williams alla sala di raduno, dalle lotte tra dinosauri ai gadget ritrovati. Si sa già, ovviamente, quello che accade, eppure lo spettatore non può non osservare tutto attonito, con la bocca spalancata per la meraviglia o per la paura, non può non ammirare le stupende invenzioni di questo parco ultratecnologico. Dimenticate le jeep di una volta, l'esperienza nel nuovo parco è a 360°, completamente sinestetica. Peccato, forse, per l'uso del 3D, che poteva essere utilizzato in maniera più impattante concentrandosi maggiormente sui dinosauri, piuttosto che sui protagonisti o su elementi non rilevanti. 

Molto interessante anche l'idea del risvolto militare con tanto di colpo di stato: possono i velociraptor essere domati ed ammaestrati in modo tale da essere usati in guerra, come un vero e proprio esercito?

Inutile dilungarsi sulla meraviglia delle scenografie, inutile lodare le strepitose attrazioni e la maestosità di questo parco. Basti sapere che Jurassic World ha tutto quello che serve: intrattenimento, spettacolarità, adrenalina, humor, elementi incastrati tra loro con precisione chirurgica in modo tale da rendere la pellicola perfetta. What else?

In Italia il parco apre le porte l'11 giugno, iniziate a mettervi in fila!

  


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