di Silvia Sottile
Albert e il diamante
magico è un film di animazione danese, diretto da Karsten Kiilerich e
tratto dal racconto Albert dello
scrittore e illustratore Ole Lund Kirkegaard, pubblicato nel 1968 e premiato l’anno successivo come
miglior libro per bambini dal Ministero della cultura danese. In Italia è edito
da Mursia.
La storia (sia del romanzo che del film, con qualche piccola variazione)
è quella di Albert, un bambino con i capelli rossi e gli occhiali, molto
sveglio, intelligente e pieno di idee ma anche una piccola peste: Albert è talmente vivace e vitale da combinare un guaio dietro l’altro. Gli
abitanti della pacifica e immaginaria cittadina di Kalleby (naturalmente in
Danimarca), dove sono ambientate le vicende, mal sopportano questo ragazzino
scapestrato e indisciplinato che si diverte a rubare le pere (mangiandole
direttamente sugli alberi) o a combattere con una spada di legno. Quando
Albert distrugge accidentalmente la statua dell’eroe locale, il famoso capitano
di mongolfiera Leopoldus, decide di partire all’avventura per risolvere il guaio che ha combinato, trovare
una mongolfiera e diventare lui stesso un capitano!
Si ritrova così ad
incrociare la strada del furfante Rapollo (con i suoi scagnozzi) che vuole
rubare il diamante più grande del mondo (che, ci dispiace dirlo, non ha nulla
di magico come fa erroneamente credere il titolo italiano). Albert sarà accompagnato
in questa fiabesca avventura dal suo migliore amico, Egon, un bambino molto più
timido e pauroso, che però vuole tanto diventare un pirata e a volte fa quasi
da grillo parlante all’impavido Albert che continua imperterrito a mettersi nei
guai ma mostra anche di avere un cuore d’oro.
Le vivaci immagini in CG scorrono piacevolmente così come la
sceneggiatura, incantando i bambini fino all’ultimo secondo e
catturando la loro attenzione anche visivamente oltre che a livello narrativo con
le favolose avventure in cui si trova coinvolto il piccolo Albert. L’unica
pecca, forse, è l’intento un po’ troppo didascalico, ma non è detto che sia un
male al giorno d’oggi. Così come è sempre un bene sottolineare il valore
dell’amicizia incondizionata.
È un piacere vedere questi due bambini allegri e
solari giocare all’aria aperta (e non davanti allo schermo di un computer) e i
piccoli spettatori seguiranno con trepidazione le avventure di Albert ed Egon
sognando di esserne a loro volta i protagonisti. E sgraneranno gli occhi di
fronte ai bucolici e coloratissimi paesaggi danesi, i ruscelli, i campi di girasoli
e il cielo notturno pieno di stelle visto attraverso i rami degli alberi. Per
le immagini e i paesaggi il regista si è affidato ai suoi ricordi d’infanzia,
quando durante le lunghe estati danesi giocava lungo il ruscello vicino casa.
La bellezza della natura incontaminata della Danimarca, il profondo
legame di amicizia tra i due piccoli protagonisti e, naturalmente, la trama a dir
poco avventurosa, con tanto di briganti e capitani di mongolfiere, fanno di Albert e il diamante magico – nelle
nostre sale dal 18 giugno – un film emozionante e adattissimo ai bambini. Potrebbe interessarli
a tal punto da avvicinarli anche alla lettura del libro da cui la storia è
tratta.
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