di Silvia Sottile
Black Mass – L’ultimo
gangster racconta fatti realmente accaduti, parla di personaggi reali partendo dagli anni '70 fino a coprire un
arco temporale di circa trent’anni. Johnny Depp interpreta magistralmente il
famigerato e spietato gangster James “Whitey” Bulger, per anni il secondo
maggior ricercato dall’FBI dopo Osama Bin Laden.
La storia racconta l’ascesa di
Bulger da piccolo criminale locale a numero uno di
Boston, grazie soprattutto allo scellerato patto concluso proprio con l’FBI: nella Boston meridionale (“Southie”) dell'epoca, l’agente John
Connolly (Joel Edgerton), appena rientrato nella sua città natale, facendo leva sulla loro infanzia trascorsa insieme nelle strade del quartiere, persuade il
criminale irlandese Jimmy Bulger (Depp) a collaborare con i federali per
eliminare la mafia italiana, nemico comune. Il dramma prende corpo proprio a
causa di questa assurda alleanza che, ormai fuori controllo, consente a Bulger
di far fuori i suoi rivali, eludere la legge, consolidare il potere, portare a
termine i propri sporchi affari e diventare il criminale più temuto di Boston,
nonché uno dei gangster più pericolosi e fuori di testa nella storia degli
Stati Uniti.
Il regista Scott Cooper ha diretto Black Mass (tratto dall’omonimo libro scritto dai giornalisti Dick
Lehr e Gerard O’Neill che per primi investigarono sulla vicenda portandola alla
luce) con un piglio sicuro e deciso, riuscendo nel difficile compito di
mostrare sugli schermi un realistico spaccato della criminalità bostoniana e di
tutte le dinamiche di potere sottostanti. Questa credibilità – acuita
indubbiamente dal fatto di aver girato realmente a Boston ricreando gli
ambienti del passato con una cura dei dettagli e una meticolosità fuori dal
comune – non risparmia nulla, lasciando emergere un’efferata violenza (a tal
punto che il film è stato vietato ai minori) e l’estrema crudeltà di cui si
sono macchiati Bulger e i componenti della sua banda (tutto d’altronde
drammaticamente necessario nell’economia della pellicola).
A tratti emerge
anche un lato umano del protagonista, come ad esempio nei rapporti con la
compagna, il figlio e l’anziana madre e in particolare il legame col fratello
Billy (Benedict Cumberbatch) che ha scelto una strada decisamente opposta a
quella di Whitey, quella della politica, diventando il Senatore più
potente dello stato.
Black Mass,
dunque, oltre ad indagare i rapporti di forza della criminalità di Boston, ne
tratteggia anche le trame psicologiche che muovono i personaggi. Emblematico a
questo proposito il ruolo dell’agente Connolly, la cui ambizione lo porta a
stringere un patto col diavolo e poi a diventarne succube.
Nonostante le eccessive protesi facciali per restituire la somiglianza col noto gangster rischiano di comprometterne l'espressività, la prestazione di Depp è straordinaria, si è calato perfettamente nel
ruolo, centrando i caratteri fondamentali del gangster, dalla postura alla tracotanza, all’efferatezza: crudele, spavaldo, feroce,
pazzo. Eppure umano. Il tutto senza rischiare minimamente di mitizzare questo
criminale, ma mostrandolo per quello che era. D’alto livello anche
l’interpretazione di Edgerton in un ruolo molto difficile e sfaccettato come
quello dell’agente corrotto dell’FBI. Si mostrano all’altezza anche Cumberbatch
e gli altri componenti del cast: Kevin Bacon, Jesse Plemons, Peter Sarsgaard, Dakota
Johnson, Corey Stoll, David Harbour, Rory Cochrane, Julianne Nicholson, Adam
Scott e Juno Temple. Segnaliamo un po’ di professionalità italiana in questo
film: la scenografa Stefania Cella, vincitrice del David di Donatello per il
suo lavoro ne La grande Bellezza di Paolo
Sorrentino.
Black Mass – L’ultimo
gangster, nelle nostre sale dall’8 ottobre, riesce a tracciare un credibile
ritratto dello spietato Jimmy Bulger mostrando al contempo un silenzioso rispetto
per le vittime della sua follia assassina.
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