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giovedì 19 settembre 2013

"Percy Jackson e gli dei dell'olimpo - Il mare dei mostri" - Un piacevole tuffo al cinema

Non è certamente dolce naufragare nel mare dei mostri, ai più conosciuto come il triangolo delle bermuda, dove persino Poseidone non ha giurisdizione né voce in capitolo. Eppure Percy Jackson, nel secondo capitolo della saga che porta il suo nome, anche se non è stato scelto per la missione, non può tirarsi indietro, spinto a compiere gesta eroiche dalla voglia di riscatto e di dimostrare il suo valore (la premonizione parla chiaro: un mezzosangue distruggerà definitivamente o salverà l'Olimpo). La posta in gioco, d'altronde, è troppo alta: l'albero di Thalia che protegge il Campo è stato avvelenato e solo il vello d'oro può sanarlo, ma rubarlo a Polifemo non sarà certo impresa semplice. Ad accompagnarlo nell'impresa Annabeth e Grover (squadra vincente non si cambia) e una piacevolissima new entry: un ciclope di nome Tyson, altro figlio di Poseidone e quindi suo fratello.
Alcune cose sono già viste e riviste: la rivalità tra i ragazzi (Percy non si misura più con Annabeth, diventata sua amica, ma con Clarisse, un'altra miss-so-tutto-io, ma ovviamente anche loro risolveranno velocemente i propri dissidi) e il cattivo di turno, gira che ti rigira, è sempre Luke (il ladro di fulmini). Nonostante questo, il film scorre piacevolmente e sebbene sia stato criticato in quanto adatto esclusivamente ad un pubblico di ragazzini, può incontrare il favore anche di un pubblico più grande che certamente apprezzerà alcune battute o aspetti grafici notevoli, come la corsa in taxi o la traversata sull'ippocampo, e che avrà modo di ripassare un po' di mitologia. La storia, certo, rimane quel che è, un percorso in cui i buoni hanno la meglio e sconfiggono i cattivi, ma con momenti toccanti che fanno riflettere. Tyson, per esempio, è un "diverso": ha un occhio solo, è imbranato e rumoroso, ma simpatico, pulito e con un cuore grande e pieno d'amore. In qualche modo il suo personaggio, portatore sano di valori positivi, racchiude in sè quello che è il senso del film: semplice ma genuino, piacevole e divertente.
   

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