di Silvia Sottile
Vincenzo (Vincenzo Salemme) e Paolo (Paolo Calabresi) sono
appena stati lasciati dalle proprie compagne. Si incontrano casualmente in un
locale e fanno subito amicizia raccontandosi le rispettive delusioni amorose (che
continuano a bruciare), finché Vincenzo non ha un’idea geniale: per smettere di
star male bisogna vendicarsi! Così i due iniziano ad ordire un piano
machiavellico per far soffrire le loro ex. Ognuno dovrà conquistare la ex
dell’altro facendo leva su tutti gli interessi e i punti deboli rivelati
dall’amico, farla innamorare per poi lasciarla senza alcuna pietà. Paolo si
fingerà vegano per conquistare Sara (Serena Autieri) mentre Vincenzo dovrà
interpretare un ricchissimo uomo d’affari per affascinare Federica (Tosca
D’Aquino), interessata solo ai soldi e al potere. Per aiutarli nel loro piano
entra in scena Alberto Giorgiazzi (Carlo Buccirosso), un attore di teatro sui
generis, ingaggiato per impersonare l’autista, che complicherà ulteriormente le
cose, rendendole ancora più divertenti e rocambolesche.
Se mi lasci non vale,
come si evince dalla trama, è una simpatica commedia degli equivoci di stampo
teatrale, che gioca ironicamente sulla classica contrapposizione
realtà/finzione. Vincenzo Salemme (in
veste di regista e cosceneggiatore) si affida ad un soggetto di Paolo Genovese che a sua volta si ispira a Delitto per
delitto di Alfred Hitchcock. Proprio la provenienza dal teatro degli attori
protagonisti fa sì che la storia abbia il ritmo giusto, con scene dinamiche e
battute brillanti che riescono a far ridere grazie ai tempi comici perfetti e
soprattutto al modo in cui vengono recitate. Al centro di questa situazione
pirandelliana che vede coinvolti tre uomini e due donne non c’è, come ci si
poteva aspettare, Salemme, ma Buccirosso, in una sorta di inversione dei loro
classici ruoli di vittima e carnefice. Il loro feeling è palese, i siparietti tra
i due sono tra i più riusciti e la commedia scorre piacevolmente nonostante un
intreccio abbastanza prevedibile e una trama a tratti inverosimile.
Quello che
funziona è proprio il cast, dotato di innato umorismo e aiutato da una
scrittura divertente e divertita che ironizza anche sul mestiere dell’attore,
in una riflessione sulla vita, sull’amore, sulla vendetta e sull’amicizia.
Perché poi, alla fine, quella che inizia come una storia di vendetta,
rigorosamente in chiave di commedia, diventa una storia di amicizia. E alla comicità
di base si aggiunge anche un tocco di romanticismo.
Le vicende sono ambientate a Napoli e napoletani sono gli
interpreti principali (Salemme, Buccirosso, Autieri, D’Aquino) con l’innesto
del romano Calabresi che ben si amalgama a questa realtà partenopea. La
partecipazione dello straordinario Carlo Giuffrè nel ruolo del padre di Paolo è
un po’ come la ciliegina sulla torta. Da segnalare la piacevole colonna sonora
di Antonio Boccia e l’inserimento delle splendide note di Vivaldi (La primavera da “Le quattro stagioni”) e Pino Daniele (Che male c’è).
Se mi lasci non vale,
nelle nostre sale dal 21 gennaio, è una godibile e simpatica commedia degli
equivoci, di impronta teatrale, che regala un’ora e mezza di spensieratezza e
sorrisi. Una ventata d’aria fresca per il cinema italiano.
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