di Silvia Sottile
Nomi e Cognomi di Sebastiano Rizzo è un film dedicato ai
giornalisti e ai cronisti che hanno esercitato la loro professione con coerenza
e amore incrollabili, senza scendere a compromessi, pagando con la vita il
rispetto dell’etica professionale e la difesa della verità.
Il regista, nonché attore e autore, parte dall’idea di
sviluppare il suo cortometraggio La
ricotta ed il caffè (2012) sul giornalista e scrittore catanese Giuseppe
Fava (interpretato da Luca Ward), ucciso dalla mafia nel 1984. Rizzo preferisce
poi generalizzare e universalizzare la figura del protagonista creando il
personaggio di Domenico Riva che racchiude in sé elementi non solo di Pippo
Fava ma anche dei vari Giancarlo Siani, Peppino Impastato, fino ad Anna Politkovskaja: insomma tutti i giornalisti
che hanno dato la vita svolgendo il proprio lavoro alla ricerca della verità.
Nomi e cognomi è incentrato sulla figura di Domenico Riva
(Enrico Lo Verso), detto Mimmo, uno stimato giornalista che da Milano rientra
con la famiglia nel suo paese d’origine del Sud Italia. Direttore della più
importante testata giornalistica del luogo, attiva un progressivo risveglio
della coscienza civile del paese con un’inchiesta su una discarica abusiva oggetto
di traffici illeciti. Riva e i suoi ragazzi fanno il loro lavoro: raccontare i
fatti perché come dice lo stesso Mimmo ai suoi giovani collaboratori cui fa
anche da mentore: «Noi siamo giornalisti e il nostro compito è cercare la
verità e raccontare i fatti. E i fatti hanno sempre Nomi e Cognomi».
Tra
vittorie e sconfitte, successi e insuccessi, Riva porterà avanti il suo impegno
civile, fondando anche un giornale tutto suo per sentirsi «libero e senza
padroni» anche a costo di pesanti sacrifici e ben consapevole di rischiare la
vita. Appoggiato da un amico d’infanzia, ostacolato dalla malavita locale e dall’editore,
minacciato, si troverà diviso tra il lavoro e la famiglia, tra il suo ruolo di
giornalista e quello di marito e padre. In una chiara scelta di vita contro
l’illegalità sceglierà sempre la verità, accettandone i rischi. Nel cast, dominato
dalla straordinaria bravura di Enrico Lo Verso, in grado di recitare non solo
con le parole ma anche e soprattutto con lo sguardo e l’espressività, troviamo anche
una credibile Maria Grazia Cucinotta (nel ruolo della moglie di Riva), Ninni
Bruschetta, Mingo De Pasquale, Totò Onnis, Barbara Tabita, Dino Abbrescia,
Marco Rossetti (nel ruolo di Lorenzo, uno dei giovani giornalisti della
Redazione), Aurelio D’Amore e Giorgia Masseroni.
Molto toccante una
scena in redazione che ricorda L’attimo
fuggente e davvero commoventi i titoli di coda con la dedica (una sorta di
restituzione) a tutti i giornalisti uccisi per aver fatto onestamente il
proprio lavoro.
Da un punto di vista
tecnico, a causa delle difficoltà di un film indipendente, si nota qualche
pecca: la sceneggiatura è sostenuta dalla solida e coraggiosa scrittura di
Camilla Cuparo, ma in alcuni passaggi tra le scene, quasi tutte così profonde e
cariche di emozione, forse, a volte, viene lasciato poco respiro allo
spettatore. La colonna sonora, molto intensa, riesce comunque a sopperire e ad
amalgamare al meglio gli stacchi
aiutando lo svolgersi della trama. Nonostante qualche piccolo difetto, Nomi e Cognomi rimane dunque un ottimo
film, coraggioso e importante per il
tema trattato e per il messaggio di speranza rivolto ai giovani a cui passare
il testimone: si insegna il mestiere del giornalista e si trasmettono valori
fondamentali quali verità, onestà,
coerenza, lealtà ed il coraggio di usare la penna come una spada.
Nomi e Cognomi sarà
nelle nostre sale dal 14 maggio in circa 50 copie, distribuito in tutta Italia
ma con una presenza maggiore al Sud. Da vedere.
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