di Silvia Sottile
Dopo Viaggio da sola (2012),
Maria Sole Tognazzi vuole fortemente tornare a lavorare con la straordinaria
Margherita Buy. L’occasione si presenta subito, questa volta in coppia con Sabrina
Ferilli che sembra approdata ad una seconda giovinezza professionale dopo il film premio Oscar La grande bellezza (2013) di Sorrentino.
Ogni riferimento (in quanto a ispirazione) a Il vizietto di papà Ugo, non è per
niente casuale, come la stessa regista ammette con emozione durante la
conferenza stampa romana. Io e lei è un film
che racconta con delicatezza (forse per la prima volta in Italia) una storia d’amore
tra due donne mature che vengono da percorsi diversi e convivono da 5 anni: Marina
(Sabrina Ferilli), ex attrice, ora nel commercio enogastronomico, è una donna esuberante,
sicura della sua sessualità, mentre Federica (Margherita Buy) è architetto, ha
un figlio ormai adulto (Bernardo – Domenico Diele), un ex marito (Sergio –
Ennio Fantastichini), è riservata e si vergogna ancora di esternare in pubblico
i suoi sentimenti. La crisi vera e propria
avviene in seguito al tradimento di Federica con un uomo (Marco – Fausto Maria
Sciarappa). Ne segue tutto il percorso interiore delle due donne, insieme e
singolarmente, per riflettere sulla propria vita, sull’amore, sul loro rapporto
e su cosa vogliono davvero. Soprattutto, la domanda più urgente a livello
emotivo è: dove e con chi si trova la felicità?
Si tratta dunque di un film sentimentale in piena regola,
narrato con le lenti della commedia. Si ride di cuore e si riflette,
attraversando con sapienza tutte le tipiche fasi delle commedie romantiche, ma
non per questo la pellicola perde in tono né in freschezza, merito della solida
sceneggiatura e della regia che affronta la storia col cuore, con garbo, e in
punta di piedi. Quello che ci viene mostrato non è l’eccezionalità del rapporto
tra queste due donne né tanto meno il film indugia (come il recente La vita di Adele, presentato a Cannes
nel 2013) su scene di sesso, tutt’altro: quello che emerge è la normalità di
una tenera storia d’amore, di vita condivisa tra due persone (indipendentemente
dal loro sesso) che si amano e vivono insieme la loro quotidianità. Tanto che ad
un certo punto, man mano che la storia si sviluppa, quasi ci si dimentica che
si tratta di due donne. Questa normalità non è assolutamente a discapito della
storia, che si mantiene credibile e si evolve in maniera fluida, con coraggio,
dinamismo ed estrema delicatezza, regalandoci momenti di sicura comicità e
altri di profonda commozione: si ride e ci si emoziona con Marina e Federica.
Unico piccolo neo è che gli uomini ne escono un po’ male, vittime di qualche cliché (ironico) di troppo, ma sarà poi un
aspetto così fuori dalla realtà? Ottima la prestazione delle attrici
protagoniste: la Buy conferma ancora una volta di essere la migliore attrice
italiana contemporanea e la Ferilli, con la sua innata simpatia, si mostra
all’altezza. Le due, insieme, sono irresistibili. Impeccabile Ennio
Fantastichini, nonostante il suo sia solo un ruolo di secondo piano, ma tutto
il cast di contorno regge davvero bene.
Io e lei, al
cinema dal 1 ottobre, si fa guardare con piacere e naturalezza, ma non
nasconde una sua anima politica: forse in un paese arretrato (da questo punto
di vista) come l’Italia è ora di far qualcosa per il riconoscimento dei diritti
delle coppie omosessuali ed è quanto regista e cast auspicano (neanche troppo
velatamente) sentendosi partecipi con questo contributo culturale.
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