di Silvia Sottile
Cosa passa per la testa di una ragazzina alle soglie
dell’adolescenza? È questa la domanda da cui è partito tutto e a cui cerca di
dare una risposta Inside Out, ultima
fatica targata Pixar e distribuita dalla Disney, dal 16 settembre nelle nostre
sale. E se il binomio Disney-Pixar è sinonimo di elevata qualità e ottima
fattura, Inside Out, presentato al
Festival del Cinema di Cannes e osannato dalla critica, ne è ulteriore conferma.
Il regista premio Oscar Pete Docter (Up,
Monsters & Co.) – suo anche il soggetto originale e la sceneggiatura –
sviluppa questa idea decisamente innovativa, quasi rivoluzionaria, dando corpo (e
animazione) alle emozioni , le vere protagoniste del film.
Riley ha 11 anni, vive in Minnesota, ha una bella famiglia, genitori
presenti e affettuosi, un’amica, gioca a Hockey: è una bambina felice. E questo
grazie alle 5 Emozioni che lavorano alacremente nel centro di controllo
all’interno della sua mente. Al quartier generale è l’effervescente e solare
Gioia (un’esplosione di energia ed allegria) a garantire la felicità di Riley,
Paura si occupa della sicurezza, Rabbia assicura il senso di equità e giustizia e Disgusto impedisce a
Riley di avvelenarsi sia fisicamente che socialmente. Tristezza non sa bene
quale sia il suo ruolo, ma del resto non è chiaro neanche agli altri.
Quando
Riley si trasferisce a San Francisco con la famiglia, le Emozioni cercano di
aiutarla in questo momento difficile di cambiamento ma inavvertitamente Gioia e
Tristezza finiscono in un angolo remoto della sua mente, portandosi dietro i
ricordi più importanti, così rimangono alla guida solo Rabbia, Disgusto e
Paura. Gioia e Tristezza si troveranno ad attraversare luoghi sconosciuti come
la Memoria a Lungo Termine, Immagilandia, il Pensiero Astratto e la
Cineproduzione, nel disperato tentativo di tornare al Quartier Generale e da
Riley, incontrando simpatici e memorabili personaggi (come Bing Bong, l’amico
immaginario di Riley, un adorabile elefante rosa fatto di zucchero filato) e
vivendo una bella e importante avventura, caratterizzata da momenti divertenti
e altri emozionanti, imparando a collaborare. Perché la vita non può essere
solo gioia ma bisogna riuscire a convivere con la tristezza e accettare tutte
le emozioni che fanno parte di noi.
Colpiscono
la delicatezza e la precisione con cui viene trattato un argomento così
astratto, il modo in cui viene sondata la mente umana e vengono personificate
le emozioni. L’idea è originale, la storia è narrativamente profonda e
coerente, supportata dalle immagini che parlano da sole. Non c’è bisogno di
sottolineare la perfezione dell’animazione e la cura dei dettagli, sia tecnici
che psicologici, al servizio dell’espressività dei personaggi, realizzati in
modo abbastanza stilizzato per dar corpo alle emozioni in modo realistico.
Le
musiche del premio Oscar Michael Giacchino sono intense, perché riguardano la
sfera personale, in un mix variegato ma armonioso.
E naturalmente, in perfetto
stile Pixar, si alternano momenti davvero esilaranti ad altri molto commoventi,
così come ci sono diversi livelli di
lettura: i più piccoli si divertiranno in un tripudio di colori vivaci e
sgargianti, con Rabbia che prende fuoco o Bing Bong che piange caramelle.
Mentre gli adulti leggeranno più a fondo, passando dalle risate alle
riflessioni. Sì, perché Inside Out
mette al centro le emozioni… ed emoziona sul serio, rivelandosi allegro e toccante,
divertente e commovente al tempo stesso. Assolutamente consigliato, per tutta
la famiglia, per grandi e bambini.
Arriverà
ancora un Oscar in casa Disney-Pixar per questo nuovo capolavoro che ha già
conquistato il pubblico di tutto il mondo?
Nessun commento:
Posta un commento