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giovedì 17 novembre 2016

“La verità negata”: per non dimenticare l’Olocausto

di Silvia Sottile

Basato sul famoso libro Denial: Holocaust History on Trial di Deborah E. Lipstadt, La verità negata racconta la battaglia legale intrapresa dall’autrice  (interpretata dal premio Oscar Rachel Weisz) per il riconoscimento della verità storica dell’Olocausto contro David Irving (Timoty Spall), che la citò in giudizio per diffamazione dopo che la Lipstadt lo accusò di negazionismo.

La verità negata, presentato in selezione ufficiale alla Festa del Cinema di Roma 2016, è dunque un intenso e avvincente legal drama, basato sulla drammatica vicenda processuale che ha coinvolto l’accademica americana (di origini ebree) Deborah Lipstadt, costretta a difendersi in tribunale dalle accuse di Irving. Poiché per il sistema legale inglese nei casi di diffamazione l’onere della prova spetta all’imputato, toccò al team di avvocati della Lipstadt - guidati da Richard Rampton (Tom Wilkinson) con la collaborazione di Anthony Julius (Andrew Scott) - dimostrare  una verità fondamentale, ovvero che l’Olocausto fu un evento storico reale e non un’invenzione, tesi invece sostenuta dal negazionista filo-nazista Irving, che arrivò addirittura a negare l’esistenza delle camere a gas ad Auschwitz.

La pellicola, diretta in modo classico e lineare da Mick Jackson (Guardia del Corpo), vanta un’ottima sceneggiatura ad opera del drammaturgo David Hare (The Hours, The Reader) che riesce a rendere coinvolgente e toccante quello che in altre mani sarebbe potuto diventare un freddo dramma processuale. Grazie in particolare alla scrittura dei dialoghi e alla ricostruzione degli eventi si sottolinea l’importanza fondamentale di questa vicenda, perché non è accettabile che qualcuno sia libero di negare un’evidenza storica come l’Olocausto in nome della libertà di espressione. Eppure spettò a un tribunale di Londra (dopo mesi di delicati dibattiti filosofici rigidamente basati su prove concrete) ribadire che avvenne realmente e stabilire in maniera univoca fatti storici inconfutabili. Il tutto senza portare in un’aula di tribunale i superstiti dei campi di concentramento. È evidente anche l’intento di muovere una critica al contorto sistema legale inglese nei casi diffamazione, che in questa particolare circostanza rasenta l’assurdo.

Straordinarie le interpretazioni dei tre protagonisti principali: Rachel Weisz, Tom Wilkinson e Timothy Spall riescono a rendere reali i rispettivi personaggi, donandogli una profondità psicologica a tutto tondo, carica di sfumature.
L’ambientazione è principalmente al chiuso (aule universitarie, aule di tribunale, ecc.) ma le poche scene girate ad Auschwitz mettono i brividi e sono particolarmente commoventi.

La verità negata, nelle nostre sale dal 17 novembre, è un emozionante dramma processuale che rende giustizia ad una vicenda storica tanto dolorosa quale l’Olocausto, che è fondamentale non venga mai dimenticata.


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