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mercoledì 8 marzo 2017

“Il diritto di contare”: la storia delle matematiche afroamericane della NASA

di Silvia Sottile

Candidato a tre premi Oscar (miglior film, migliore sceneggiatura non originale e miglior attrice non protagonista Octavia Spencer), Il diritto di contare (Hidden Figures) di Theodore Melfi è basato sull’omonimo libro di Margot Lee Shetterly (edito in Italia da Harper Collins) e racconta la storia vera di tre brillanti donne di colore che volevano cambiare le loro vite e invece hanno cambiato la Storia, rendendo possibile la conquista dello Spazio.

La geniale matematica afroamericana Katherine Johnson (Taraji P. Henson) lavora alla NASA insieme alle colleghe Dorothy Vaughan (il premio Oscar Octavia Spencer) e Mary Jackson (Janelle Monàe). In quanto “donne” e “nere” sono relegate in una sorta di scantinato. Eppure grazie alla loro caparbietà, al loro coraggio e soprattutto alle loro elevate qualità professionali, riusciranno a cambiare le cose infrangendo il muro del sessismo e del razzismo che all’epoca (siamo negli anni ’60, nel pieno del segregazionismo) in America erano all’ordine del giorno.  n particolare, grazie ai calcoli matematici della Johnson, la NASA riuscirà a mandare il primo astronauta americano nello spazio: John Glenn (interpretato da Glen Powell). 

Segnaliamo nel ricco cast (tra l’altro fresco vincitore del SAG per il miglior cast d’insieme) anche l’inossidabile Kevin  Costner, Kirsten Dunst, Jim Parsons e Mahershala Ali (premio Oscar come miglior attore non protagonista per Moonlight).

Il regista, indubbiamente grazie al buon materiale di partenza,  si mette completamente al servizio della storia, utilizzando al meglio l’ottimo cast a sua disposizione. Sebbene la delicata questione razziale sia un aspetto centrale della pellicola, il tono che si mantiene è quello della commedia, sottolineando principalmente il valore di queste donne geniali e decisamente in gamba, il coraggio con cui lottano per i loro diritti ed i passi in avanti che riescono a fare nel mondo lavorativo e sociale. Entriamo anche nella loro vita privata, assistendo in particolare allo sbocciare della storia d’amore che coinvolge la protagonista e al forte rapporto di amicizia e supporto reciproco che lega le tre colleghe.

Melfi riesce persino ad evitare uno dei rischi insiti in questo tipo di pellicole, ovvero  un eccesso di retorica patriottica. Il diritto di contare è dunque costruito in maniera impeccabile, molto classica e lineare, come un film d’altri tempi. È una pellicola deliziosa, in grado di trasmettere emozioni positive. Ha infine il merito di far conoscere un’importante pagina della storia americana e far riflettere su quanto ancora ci sia da fare al giorno d’oggi per il riconoscimento dei diritti negati.
Perfetto l’accompagnamento musicale: la colonna sonora vede infatti un’interessante collaborazione tra il premio Oscar Hans Zimmer e il cantautore e musicista Pharrell Williams.

Nelle nostre sale dall’8 marzo.

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