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lunedì 14 ottobre 2013

"The Walking Dead 4": pretendiamo (molto) di più.


di Emanuela Andreocci

La quarta stagione di The Walking Dead era un evento talmente speciale che richiedeva una preparazione altrettanto speciale e per l'occasione anche Oscar (il logo) è apparso "zombizzato" su facebook e twitter. Adesso, se potessi, mi piacerebbe trasformarlo nuovamente, ma nell'Urlo di Munch (avete presente?) per gridare a tutti il mio disappunto. No, no e un'altra volta no: proprio non ci siamo! Abbiamo (ho) aspettato troppo la quarta stagione per accontentarmi di quanto appena visto, l'attesa  non può essere direttamente proporzionale alla delusione.
Voglio commentare l'episodio da semplice spettatrice, senza andare alla ricerca di dettagli tecnici o stilistici di cui discutere: la prima puntata non doveva andare così. Sono certa, sia ben chiaro, che gran parte del disappunto nasca dalla problematica tempo: se fossero state trasmesse le prime due puntate, invece di una sola (da leggere con la "o" chiusa o aperta, fate vobis), certamente la storia ne avrebbe giovato e lo spettatore probabilmente si sarebbe tranquillizzato al riguardo, ma questa non può e non deve essere una scusante. 
Ci sono stati proposti tempi lunghi e dilatati e dialoghi privi di sostanza, al limite dell'inutilità. Tutti aspettiamo un'evoluzione nella storia tra Carol e Daryl, ma certamente non avverrà con le patetiche battute a suon di "Amore" che lei gli ha rivolto. Non mi sembrava li avessimo lasciati così...! Probabilmente è stata a lezione da Tyreese, visto che abbiamo ritrovato anche lui impegnato a tessere dolci relazioni con una new entry. Rick, dal canto suo, fortunatamente sembra essersi completamente ripreso: perché allora oppone tutta quella resistenza per portare con sè una pistola in perlustrazione? Non sembra un'idea così assurda... E potremmo continuare: Glen e Maggie quasi non si vedono, Beth reagisce alla morte del ragazzo in maniera alquanto matura, quasi stoica, il buon Hershel dispensa consigli (pochi) e coltiva piante (tante). Insomma, ritroviamo tutti e nessuno. 
La pioggia di Zombie e l'incontro di Rick con una donna - spettro e specchio di come sarebbe potuto diventare - sono delle buone idee, ma da sole non bastano a tenere in piedi una puntata che doveva coinvolgere e mantenere il livello di una terza stagione superlativa: siamo stati abituati male e adesso pretendiamo molto di più. (S)fortunatamente abbiamo un'altra settimana per digerire quanto accaduto e per prepararci al meglio (o al peggio, questione di punti di vista): sono fermamente convinta che con i prossimi episodi torneremo ai fasti degli anni precedenti. Non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di The Walking Dead: errare è umano, perseverare... è da vaganti!

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