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giovedì 3 ottobre 2013

"The Michael J. Fox Show": una bella scommessa.

Ritorno in tv come protagonista per Michael J. Fox: l'attore a cui nel 1991 è stato diagnosticato il morbo di parkinson e che dal 2000, a seguito di un aggravamento, è stato costretto a ritirarsi dalle scene e da Spin City, che gli valse tre Golden Globe, interpreta nella nuova serie che porta il suo nome l'anchorman Mike Henry, debilitato dalla sua stessa malattia ma, come lui, pieno di energia e pronto a rientrare al lavoro, grazie anche all'incoraggiamento del suo capo Harris Green (Wendell Pierce).
Presentato ieri sera al RomaFictionFest (in America sul canale NBC sono stati trasmessi i primi due episodi il 26 settembre), il pilot di The Michael J. Fox Show ci mostra sicuramente un prodotto nuovo, su cui però è necessario interrogarsi. Tolto l'impatto iniziale (è bello rivedere il protagonista di Ritorno al Futuro, ma allo stesso tempo è fortemente toccante constatare come la malattia lo abbia cambiato), ci si concentra sulla trama: lavoro e famiglia basteranno a sostenere i 22 episodi di cui è composta la prima stagione? Riusciranno gli autori Sam Laybourne (Cougar Town) e Will Gluck a trovare qualcosa che vada oltre quel mix di stima, rispetto e un po' di pietà che si porta dietro il protagonista Henry? 
In famiglia qualcosa di diverso l'abbiamo già visto. Ha una moglie (interpretata da Betsy Brandt), tre figli e una sorella che, superato evidentemente il dolore e il trauma iniziale (sappiamo che sono passati cinque anni da quando ha lasciato il lavoro), lo incoraggiano ad uscire e a lasciare le mura domestiche: la continua e forzata convivenza è diventata, a dir loro, un tantino pesante.
Il progetto è una bella scommessa, ma deve essere portato avanti in modo intelligente affinché il pubblico possa affezionarsi a Mike Henry senza vedervi dietro sempre e solo Michael J. Fox. 

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