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giovedì 22 settembre 2016

“I Magnifici 7” – remake del western di Sturges

di Silvia Sottile

Presentato fuori concorso come film di chiusura alla 73^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, I Magnifici 7 di Antoine Fuqua è il remake dell’omonimo film del 1960 di John Sturges (con grandi attori quali Yul Brynner, Eli Wallach, Steve McQueen, Charles Bronson e James Coburn), che a sua volta era liberamente ispirato al capolavoro di Akira Kurosawa, I sette Samurai (1954).

In questa nuova versione, che si mantiene abbastanza fedele al western originale, è riproposta una trama piuttosto semplice e lineare, di stampo classico: la cittadina di  Rose Creek, vicina ad una miniera d’oro, viene presa di mira dal magnate senza scrupoli Bartholomew Bogue (Peter Sarsgaard) che uccide tutti coloro che gli si oppongono o che non accettano le sue condizioni vessatorie. Emma Cullen (Haley Bennett), a cui è stato ucciso il marito, decide di assoldare qualcuno disposto a liberare il paese e a difendere i suoi abitanti: sette fuorilegge (cacciatori di taglie, giocatori d’azzardo, pistoleri in crisi interiore, sicari) per ottenere giustizia e vendetta. A capitanarli c’è Sam Chisolm (Denzel Washington, che ha già più volte collaborato con Fuqua) e tra gli altri troviamo un nutrito cast di star: Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D’Onofrio. Sembra infatti che l’idea di rinverdire i fasti di un genere cinematografico storico come il western, ultimamente poco battuto, preveda sempre l’inserimento di nomi di grande richiamo per il pubblico. La scelta dei 7 è decisamente politically correct, pure troppo! Abbiamo infatti un nero, un cinese, un nativo americano, un messicano, un predicatore, un nordista e un sudista (a livello temporale siamo all’incirca pochi anni dopo la guerra di secessione americana).

Il problema principale è che manca quasi completamente l’introspezione dei personaggi che si rivelano quindi piuttosto piatti e stereotipati, non ne capiamo le motivazioni e dobbiamo accettare gli eventi come un dato di fatto. Un minimo di approfondimento in più è riservato solo al Chisolm di Washington e al Goodnight Robicheaux di Hawke, che dalla loro hanno anche ottime capacità recitative tali da sopperire a tutto ciò che manca. Il personaggio di Pratt e il cattivo di Sarsgaard risultano invece troppo macchiettistici, mentre la Bennett non ha il carisma necessario per il suo ruolo da leader ma è comunque positivo aver creato un archetipo di donna forte.

Se pensiamo subito all’inevitabile confronto con l’originale, è indubbio che il film ne esce sconfitto, se invece lo vediamo solo come un prodotto di intrattenimento, allora riesce bene nel suo scopo. Le oltre due ore de I Magnifici 7 scorrono infatti senza mai annoiare, tra scontri a fuoco, numerose uccisioni (va sottolineato che non si eccede nella violenza gratuita e cruenta, anzi, di sangue se ne vede davvero poco), paesaggi brulli, dimostrazioni di coraggio, creazione del gruppo, un pizzico di ironia, fino all’immancabile scontro finale (e impari) tra i sette e l’esercito di Bogue, secondo il più classico degli stilemi: buoni vs cattivi.

La colonna sonora è del premio Oscar James Horner (Titanic) – da  poco scomparso in un incidente aereo – che non lascia troppo il segno, non essendo particolarmente innovativa, ma non manca di omaggiare le straordinarie e ineguagliabili  note di Elmer Bernstein che conferivano epicità al film del 1960.


I Magnifici 7, nelle nostre sale dal 22 settembre, è comunque una pellicola molto gradevole che si guarda con piacere se ci si aspetta solo di trascorrere un paio d’ore di buon intrattenimento cinematografico.

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