di Emanuela Andreocci
Un film, un documentario, un concerto: questo e molto altro
è BackStreet Boys Show 'Em What You're Made Of, diretto da Stephen Kijak e
presente nei nostri cinema in evento speciale il 14 e 15 luglio.
Va fatta una premessa: chi scrive è un'ex teenager che
andava matta per il gruppo dei cinque ragazzi che a partire dagli anni '90
hanno ballato e infuocato i palcoscenici, le radio e i programmi musicali di
tutto il mondo, quindi va considerata una piccola percentuale di imparzialità
nell'accostarsi a questa recensione, ma si ritiene anche che, nel caso di una
pellicola del genere, sia assolutamente necessaria.
Tra flashback, interviste, tuffi nel passato - sia pubblico
che privato -, registrazioni e fuori onda, ci sarà la possibilità di
rinfrescare la memoria e scoprire aspetti prima sconosciuti di Nick Carter,
Howie Dorough, Brian Littrel, A. J. McLean e Kevin Scott Richardson,
"tornato all'ovile" nell'aprile del 2012 dopo sei anni di lontananza.
Bisognava festeggiare: quale modo migliore di un nuovo album (In a world like
this), un film e una tournée per celebrare i loro vent'anni insieme?
Attraversiamo Orlando insieme ai cinque artisti alla ricerca
di un passato lontano ma mai dimenticato, alla scoperta di emozioni importanti,
alcune anche dolorose. E poi si parla, e
molto, di Lou Pearlman, il loro manager nonchè secondo padre, l'uomo che
ha creato i Backstreet Boys e che adesso sconta una pena per truffa ai danni di
molti dei suoi clienti, BSB compresi.
Un film che celebra gli artisti ma anche gli uomini che
hanno dovuto affrontare e risolvere problemi importanti, come l'operazione al
cuore di Brian del 1998 o la dipendenza da droga di A. J., ragazzi che con
pazienza e costanza hanno inseguito e realizzato il loro sogno, che dal dal
1999 al 2002 sono stati inarrestabili e che ancora oggi, dopo più di venti anni
di attività, fanno parlare di loro.
Scherzando ammettono: "Venti anni è un periodo lungo,
soprattutto per un branco di imbranati che stanno sempre a cantare e
ballare". I numeri, però, sono decisamente dalla loro parte: 130 milioni
di dischi venduti nel mondo e tutti i loro 9 album hanno raggiunto la top 10
della classifica di Billboard, rendendo i Backstreet Boys l'unica boy band a
detenere questo primato.
Ma cosa succede quando i ragazzini di una boy band crescono?
Semplicemente si continua a crescere, a migliorare e perfezionarsi. Ricorderemo
sempre il ballo nella casa infestata di Everybody (Backstreet's Back), il
provino di As Long As You Love Me o le camicie aperte sui petti bagnati di Quit
Playing Games With My Hearth, ma non necessariamente servono: come dimostrano
sul finale del film, registrato in diretta al Dominion Theatre di Londra il 26
febbraio, bastano alcune sedie, alcune chitarre e le loro voci per dar vita ad
una performance acustica indimenticabile.
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