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martedì 31 dicembre 2013

"Il mistero dell'assassino misterioso" di Lillo e Greg non passa mai di moda!

di Emanuela Andreocci

La comicità ha tante sfaccettature, progredisce ed evolve col passare del tempo, si adatta ai vari momenti storici e li sfrutta a suo favore tirando in ballo avvenimenti che sicuramente divertono perché conosciuti e sperimentati dal pubblico in prima persona. Esiste però anche un altro tipo di intrattenimento, quello che va al di là del contesto socio/culturale/politico in cui si vive e fa ridere lo stesso, in un modo sano e genuino, quasi puro: è questo il caso de Il mistero dell'assassino misterioso in scena al Teatro Olimpico di Roma fino al 19 gennaio 2014. 
La commedia, scritta a quattro mani nel 2000 da Greg con l'aiuto di Lillo, è un esilarante evergreen in cui si prende in giro il teatro, la rappresentazione, la scrittura scenica e gli attori, un misto tra Agatha Christie e Neil Simon (l'autore e interprete del testo in scena tiene a precisare i riferimenti, fosse mai che lo spettatore più distratto non se ne accorgesse...!).
La scena si apre sul salotto di un castello immerso nella campagna londinese dove il detective Mallory (Greg), che indaga sulla misteriosa morte della contessa Worthington, ha riunito i tre sospettati: la figlia Margaret (Vania Della Bidia), il pazzo nipote Henry (Danilo De Santis) e la devota infermiera Greta dal cognome impronunciabile (Dora Romano). Un giallo in piena regola, verrebbe da pensare, se non che un piccolo inconveniente porta sulla scena il bibitaro del teatro (Lillo) che dovrà vestire i panni del giovane marito della defunta. Vista la situazione (anche patrimoniale) il suo personaggio preferisce specificare fin da subito che amore e anagrafe spesso non vanno d'accordo: troppo facile ironizzare sulla differenza d'età per puntare il dito...! 
Per il detective tutto si complica: è quasi impossibile indagare e ricostruire gli avvenimenti con uno dei personaggi che non solo non si ricorda le battute, ma comincia anche a sindacare su quello che è stato scritto. Il bibitaro, infatti, rappresenta il pubblico: incarnando ciò che lo spettatore medio pensa davanti ad una messinscena, suggestiona gli altri attori che, influenzati dal suo parere, iniziano a dubitare della capacità di Mallory, investigatore ma anche autore del testo. Gli equilibri si perdono, ogni personaggio cerca di prevalere sull'altro perché in sala c'è un imprenditore alla ricerca di un protagonista per una fiction televisiva, le maglie si allargano e gli indizi perdono consistenza. Tutto viene inesorabilmente sgretolato dagli interventi di Lillo che trascina attori e spettatori in un vortice di avvenimenti nonsense in cui i ruoli si sfaldano e la metateatralità e la confusione da essa generata prendono il sopravvento; Greg, dal canto suo, forte della sua veste di autore, cerca di contenere la forza distruttrice del bibitaro.  
Il mistero dell'assassino misterioso è una commedia geniale nella sua apparente semplicità.

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