di Silvia Sottile
Presentato al Toronto International Film Festival e alle
Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia, Indivisibili ha ricevuto il prestigioso Premio Pasinetti assegnato
dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani ed è anche andato
molto vicino a rappresentare l’Italia ai prossimi Oscar (scelta poi caduta sul
documentario Fuocoammare di
Gianfranco Rosi, già vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino).
Diretto dal regista napoletano Edoardo De Angelis, Indivisibili racconta la storia di Dasy
e Viola (Angela e Marianna Fontana), due gemelle siamesi diciottenni unite per
il bacino, due belle ragazze, con una voce straordinaria, che cantano canzoni
neomelodiche scritte dal padre e si esibiscono a feste e matrimoni per dare da
vivere alla famiglia, sottostando alle rigide direttive paterne. In paese le
ragazze hanno addosso gli occhi di tutti, come
fossero un fenomeno da baraccone, tra attrazione e repulsione, tra religione e superstizione: la gente le
venera come Sante, tutti vogliono toccare il lembo di pelle che le unisce
perché pensano porti fortuna. Quando
incredibilmente scoprono di potersi dividere, Dasy e Viola (nomi scelti in
omaggio alle gemelle siamesi di Freaks,
Daisy e Violet Hilton) iniziano a sognare la libertà, la normalità: mangiare un gelato,
viaggiare, ballare, bere vino senza temere che l’altra si ubriachi… fare
l’amore.
Indivisibili parte
da un presupposto surreale, inserito in un contesto profondamente reale, per raccontare,
con grande emozione, il coraggio di queste ragazze in fuga da quel continuo
reality che è la loro famiglia, un percorso di crescita e di separazione, una
viaggio – non privo di sofferenze –
verso la libertà, una lotta interiore tra la paura del distacco e il desiderio
di una vita diversa, nuova, normale, divise ma sempre unite.
Il paesaggio è quasi un altro personaggio fondamentale della
storia. De Angelis ambienta questo toccante racconto in una realtà difficile, a
Castelvolturno (in provincia di Caserta), per raccontare ancora una volta il degrado della riva destra
del Volturno: il film inizia infatti esattamente nello stesso punto dove finiva il precedente, Perez. Eppure, in questo intenso
dramma familiare, profondo, crudo e poetico, non manca la luce della speranza.
Straordinaria la prova delle gemelle Angela e Marianna
Fontana (non siamesi, ma ugualmente unitissime, ancor di più con la protesi in
silicone medico che richiedeva ogni giorno 5 ore di trucco prima di iniziare a
girare e che ha rinsaldato il loro già fortissimo legame di intimità): pur essendo
così giovani e al loro esordio cinematografico, riescono a reggere abilmente
sulle proprie spalle tutta la pellicola con una forte e innata presenza
scenica, supportate da un cast esperto che vede Antonia Truppo (David di
Donatello 2016 per Lo chiamavano Jeeg
Robot) e Massimiliano Rossi nei panni dei genitori (figure drammaticamente
umane, che sbagliano, ma non demonizzate), e la partecipazione di Tony Laudadio,
Gianfranco Gallo e Peppe Servillo.
Ad accompagnare il percorso di crescita e di
autodeterminazione delle ragazze, la loro lotta, sofferta, verso una
separazione simbolo di libertà ma anche di lacerazione, ci sono le magnifiche
musiche originali di Enzo Avitabile, che intensificano le emozioni e toccano
l’anima.
Indivisibili
, nelle nostre sale dal 29 settembre, distribuito da Medusa, è un piccolo
gioiello: un film d’autore, amato dalla critica, che ha nelle sue corde anche
la capacità di essere apprezzato dal pubblico.
Nessun commento:
Posta un commento