di Silvia Sottile
Presentato fuori concorso
come film di chiusura alla 73^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di
Venezia, I Magnifici 7 di Antoine
Fuqua è il remake dell’omonimo film del 1960 di John Sturges (con grandi attori
quali Yul Brynner, Eli Wallach, Steve McQueen, Charles Bronson e James Coburn),
che a sua volta era liberamente ispirato al capolavoro di Akira Kurosawa, I sette Samurai (1954).
In questa nuova versione,
che si mantiene abbastanza fedele al western originale, è riproposta una trama piuttosto
semplice e lineare, di stampo classico: la cittadina di Rose Creek, vicina ad una miniera d’oro, viene
presa di mira dal magnate senza scrupoli Bartholomew Bogue (Peter Sarsgaard)
che uccide tutti coloro che gli si oppongono o che non accettano le sue
condizioni vessatorie. Emma Cullen (Haley Bennett), a cui è stato ucciso il
marito, decide di assoldare qualcuno disposto a liberare il paese e a difendere
i suoi abitanti: sette fuorilegge (cacciatori di taglie, giocatori d’azzardo,
pistoleri in crisi interiore, sicari) per ottenere giustizia e vendetta. A
capitanarli c’è Sam Chisolm (Denzel Washington, che ha già più volte
collaborato con Fuqua) e tra gli altri troviamo un nutrito cast di star: Chris
Pratt, Ethan Hawke, Vincent D’Onofrio. Sembra infatti che l’idea di rinverdire
i fasti di un genere cinematografico storico come il western, ultimamente poco
battuto, preveda sempre l’inserimento di nomi di grande richiamo per il
pubblico. La scelta dei 7 è decisamente politically
correct, pure troppo! Abbiamo infatti un nero, un cinese, un nativo americano,
un messicano, un predicatore, un nordista e un sudista (a livello temporale
siamo all’incirca pochi anni dopo la guerra di secessione americana).
Il problema principale è
che manca quasi completamente l’introspezione dei personaggi che si rivelano
quindi piuttosto piatti e stereotipati, non ne capiamo le motivazioni e
dobbiamo accettare gli eventi come un dato di fatto. Un minimo di
approfondimento in più è riservato solo al Chisolm di Washington e al Goodnight
Robicheaux di Hawke, che dalla loro hanno anche ottime capacità recitative tali
da sopperire a tutto ciò che manca. Il personaggio di Pratt e il cattivo di
Sarsgaard risultano invece troppo macchiettistici, mentre la Bennett non ha il
carisma necessario per il suo ruolo da leader ma è comunque positivo aver
creato un archetipo di donna forte.
Se pensiamo subito all’inevitabile
confronto con l’originale, è indubbio che il film ne esce sconfitto, se invece
lo vediamo solo come un prodotto di intrattenimento, allora riesce bene nel suo
scopo. Le oltre due ore de I Magnifici 7
scorrono infatti senza mai annoiare, tra scontri a fuoco, numerose uccisioni
(va sottolineato che non si eccede nella violenza gratuita e cruenta, anzi, di
sangue se ne vede davvero poco), paesaggi brulli, dimostrazioni di coraggio,
creazione del gruppo, un pizzico di ironia, fino all’immancabile scontro finale
(e impari) tra i sette e l’esercito di Bogue, secondo il più classico degli
stilemi: buoni vs cattivi.
La colonna sonora è del
premio Oscar James Horner (Titanic) –
da poco scomparso in un incidente aereo
– che non lascia troppo il segno, non essendo particolarmente innovativa, ma
non manca di omaggiare le straordinarie e ineguagliabili note di Elmer Bernstein che conferivano
epicità al film del 1960.
I
Magnifici 7, nelle nostre sale dal 22 settembre, è
comunque una pellicola molto gradevole che si guarda con piacere se ci si
aspetta solo di trascorrere un paio d’ore di buon intrattenimento
cinematografico.
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