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mercoledì 25 ottobre 2017

"Thor: Ragnarok" - il rockambolesco ragnaRock di bicipiThor


di Emanuela Andreocci


Esce oggi nelle sale Thor: Ragnarok, la nuova, esplosiva avventura dello zio, ops!, dio del tuono Thor (Chris Hemsworth), il personaggio nato nel 1962 dall’ormai leggendario duo composto da Stan Lee e Jack Kirby e diventato protagonista sul grande schermo prima con Thor (2011) e poi con Thor: The Dark World (2013).

Il nuovo film Marvel distribuito da Walt Disney Italia è un connubio perfettamente riuscito di vecchio e nuovo, azione e divertimento, di emozioni visive garantite grazie al sapiente lavoro tecnico ma anche grazie all'importante e sempre benaccetta presenza scenica del nostro dio preferito che, se ci permettete, vorremmo soprannominare "bicipiThor". Eh già, amiche, in questo momento ci rivolgiamo soprattutto a voi: volete perdere l'occasione di ammirare un'altra volta, in tutto il suo splendore e in tutte le sue braccia, Chris Hemsworth intento ad impedire il Ragnarok, la distruzione completa del suo mondo e di tutta la civiltà di Asgard, in compagnia dei suoi Revengers? Già da solo, potete ben immaginarlo, vale il prezzo del biglietto! 

Ma, bando agli ormoni, giriamo la pagina da frivola rubrica rosa e torniamo ad occuparci seriamente di cinema: perchè andare a vedere le nuove avventure del nostro martellifero bicipiThor? Perchè il film del neozelandese Taika Waititi, pur differenziandosi molto dagli altri due capitoli (diretti rispettivamente da Kenneth Branagh e Alan Taylor) incarna in pieno, in perfetto stile Marvel, il concetto di entertainment che, troppo spesso, viene dimenticato da chi fa cinema.

Per più di due ore (130') lo spettatore non solo avrà modo di dimenticarsi del mondo fuori dalla sala cinematografica con tutti i suoi problemi e preoccupazioni, ma potrà muoversi da una parte all'altra dell'universo con Thor e i suoi compagni di viaggio, per lo più già conosciuti. Ritroviamo infatti Loki (Tom Hiddleston), Hulk/Bruce Banner (Mark Ruffalo), Heimdall (Idris Elba), il grande Odino (interpretato dall'altrettanto grande Anthony Hopkins) ed in un cameo anche Dottor Strange (Benedict Cumberbatch). 

Conosceremo Hela (Cate Blanchett), la prima antagonista femminile dell'universo cinematografico Marvel, ed il suo braccio destro Skurge (Karl Urban). Forse, se vogliamo trovarne una, l'unica vera pecca del film è proprio riconducibile al ruolo del villain: sebbene esteticamente il personaggio interpretato da Cate Blanchett sia molto d'effetto (l'attrice è quasi irriconoscibile) ed i poteri in suo possesso siano molti e letali, Hela non risulta così temibile come in effetti è. Una felicissima new entry è invece sicuramente l'esuberante Gran Maestro (Jeff Goldblum), sovrano del pianeta Sakaar dove bicipiThor diventa prigioniero di Predatrice 142 (Tessa Thompson), una cacciatrice di taglie con un doloroso passato tutto da scoprire.

Thor: Ragnarok è, quindi, un prodotto decisamente ben confezionato. Troviamo i classici siparietti tra Thor e Loki, sempre molto divertenti (simpatica è anche la prima "rappresentazione" dei due), personaggi costruiti ad hoc, incontri esilaranti, combattimenti rocamboleschi ed una colonna sonora fisicamente molto presente e carica che accompagna, sostiene e migliora la visione, rendendo la pellicola decisante rock.

Dulcis in fundo, troviamo anche una morale: si può sempre scegliere da che lato stare. E non è l'arma che delinea un eroe, come non è il martello che definisce Thor (ma, al limite, il suo bicipite...!).

Un rockambolesco appuntamento da non perdere! 
Dal 25 ottobre nei cinema. 

mercoledì 18 ottobre 2017

Ta da ta ta taaaaaa... I'm lovin' "IT"


di Emanuela Andreocci

Abbiamo scomodato il jingle di una nota catena di fastfood per farvi capire, fin dal titolo, quanto il nuovo IT di Andy Muschietti ci sia piaciuto. Riadattare per il grande schermo l'omonimo capolavoro di Stephen King dopo la fortunata mini serie tv del 1990 non era impresa facile, ma il regista è riuscito pienamente nell'intento, donandoci un Pennywise (Bill Skarsgård) ancor più spaventoso, in  quanto più crudo e "fisico", del clown magnificamente interpretato all'epoca da Tim Curry e diventato poi cult.

La storia, ovviamente, è sempre la stessa, anche se l'ambientazione è passata dagli anni '50 del libro agli '80 nel film: la cittadina di Derry, nel Maine, ogni 27 anni viene scossa dalla scomparsa e dalla morte di alcuni bambini per mano di un essere, IT per l'appunto, che incarna le paure più oscure e profonde delle sue prede per poi cibarsene. Sette ragazzini, "il club dei perdenti", amici un po' per scelta e un po' per caso, accomunati dalle stesse difficoltà sociali, a scuola e/o in casa, e dalle stessa paure, uniranno le loro forze per porre fine al regno del terrore del clown.

Bill, il leader del gruppo - per quanto un gruppo del genere possa avere un leader - è il più motivato a stanare ed eliminare IT in quanto il clown ha fatto scomparire ("galleggiare") il suo fratellino George, adescandolo da dentro un tombino mentre inseguiva la sua barchetta di carta. La scena prima del fattaccio è un topos del genere, ma in questo caso serve solo a preparare lo spettatore a ciò che succederà dopo: il bambino scende in cantina e parla - fastidiosamente! - da solo per esorcizzare la paura del buio e dei mostri che vi avrebbe potuto trovare, prende ciò che cercava e torna, apparentemente salvo, dal fratello...

Fanno parte dei Perdenti Richie, il miglior amico di Bill dalla battuta sempre pronta (sua, tra l'altro, l'epica: "Adesso mi tocca uccidere questo clown di merda!"); Beverly, l'unica ragazza del gruppo, coraggiosa e inconsapevole di quanto la sua semplice presenza possa turbare gli amici prepubescenti; Eddie, l'ipocondriaco, con una piccola farmacia sempre a portata di mano nascosta nel marsupio; Stanley, lo scettico alle prese con la preparazione per il suo Bar Mitzvah; Ben, il più intelligente, cicciottello ed immediatamente simpatico; Mike, un afroamericano che rischia di subire quotidianamente i pregiudizi razziali.

Di questo nuovo, coinvolgente IT colpisce subito un aspetto: è realmente un film horror sotto tutti i punti di vista, grazie anche all'uso di effetti speciali non eccessivamente invadenti che, però, contribuiscono notevolmente a rendere IT più presente e pericoloso. Nonostante lo spettatore conosca già la storia, segue con ansia e apprensione le vicende dei ragazzi, si domanda a cosa siano dovute le sparizioni dei bambini, soffre e si preoccupa insieme ai giovani protagonisti, si fa carico delle loro paure e - può succedere! - salta sulla poltrona per uno spavento improvviso. Un IT molto più crudo, che rende tangibili e concrete le paure dei ragazzi e che agisce divorando le prede con una bocca raccapricciante che da semplice ghigno si trasforma in un letale strumento di morte, una morsa bestiale costellata da denti aguzzi pronti a colpire inesorabilmente. 
Gli si può forse rimproverare, rispetto al romanzo da cui è tratto, ed in parte rispetto anche alla miniserie, la scelta di concentrare tutto nel presente della storia, andando così ad annullare l'importante presenza dei flashback e dei ricordi degli ex ragazzini che, da grandi, si ritrovano per finire quello che avevano iniziato da piccoli. In questo caso, quindi, non vediamo i protagonisti cresciuti, ma la vicenda si svolge interamente nell'hinc et nunc, togliendo sicuramente un po' di valore alla rivelazione delle singole visioni e paure: nel film il confronto tra i ragazzi arriva subito, mentre nel libro veniva rivelato tutto a piccoli step, con dolorose rievocazioni e flashback importanti per la caratterizzazione dei singoli personaggi. Aspettiamo di vedere il secondo capitolo per capire come verrà affrontata l'età adulta.
IT, nelle nostre sale dal 19 ottobre, è un film che colpisce nel profondo e, inconsciamente, smuove le paure più nascoste e/o dimenticate dello spettatore. 

Certo è che non guarderete più i tombini ed i palloncini rossi con gli stessi occhi, figuriamoci i clown!