di Silvia Sottile
Cosa fareste se vi proponessero di scambiare la vostra vita
con quella di un estraneo per una settimana? Da questo intrigante presupposto
parte Al posto tuo, commedia diretta
da Max Croci, al suo secondo film dopo il recente esordio con Poli Opposti (2015).
Luca Molteni (Luca Argentero) è un uomo affascinante,
ipertecnologico, glamour, single e sciupafemmine. Rocco Fontana (Stefano Fresi)
è un tranquillo padre di famiglia, è sposato con Claudia (Ambra Angiolini), ha
tre figli, una casa in campagna ed è perennemente a dieta. Uno è un estroso
architetto, l’altro un preciso geometra. I due non potrebbero essere più
diversi, non hanno nulla in comune, tranne il lavoro: sono infatti entrambi
direttori creativi di due aziende di sanitari sull’orlo della fusione. Ma la
nuova società ha bisogno di un solo responsabile, con le qualità di ambedue, così
Luca e Rocco sono costretti a sfidarsi in questa sorta di gioco di ruolo, uno
scambio di vite proposto dal loro nuovo capo, la sadica Sig.ra Welter (Pia
Lanciotti) per capire e accettare le rispettive abitudini e gli immancabili
segreti. Nel cast troviamo anche Serena Rossi (nei panni di un’avvenente
barista di paese, nonché cugina di Rocco), Grazia Schiavo (Ines, la vicina
salutista di Luca) e Fioretta Mari (Erminia, l’estroversa mamma di Claudia).
Lo spunto di partenza, sebbene non proprio originale, sembra
piuttosto simpatico, da tipico buddy
movie: due uomini apparentemente opposti, costretti a vestire l’uno i panni
dell’altro. E già si ride al solo pensiero di immaginare Fresi nei panni di
Argentero (gli stessi protagonisti hanno scherzato ironicamente su questo
aspetto con i giornalisti in sede di conferenza stampa). L’inizio tutto sommato
è abbastanza scoppiettante, perché sia Fresi che Argentero sono bravi,
brillanti e affiatati. Peccato però che le buone premesse vengano del tutto
disattese. Il problema principale è proprio la sceneggiatura: piatta, banale,
priva di ritmo e di guizzi originali. Si intuisce già molto tempo prima come si
evolveranno tutte le vicende: entrambi troveranno nella vita dell’altro
qualcosa di buono e questo li aiuterà a migliorare le proprie esistenze.
La pellicola non decolla mai, e non regala
nulla che le consenta di essere ricordata. Pian piano l’interesse per la trama
si affievolisce del tutto, i personaggi risultano troppo stereotipati nei
propri ruoli; i comprimari, a cui è teoricamente assegnato il ruolo maggiormente
comico, scivolano in situazioni prevedibili ed anche piuttosto inutili. La Angiolini
sembra fuori parte (poteva essere sfruttata meglio), la Schiavo è sempre troppo
sopra le righe, l’unica donna che lascia il segno è la bella e mediterranea Serena
Rossi.
Per riuscire nel suo intento di regalare una piacevole
commedia, Croci avrebbe dovuto rischiare di più e sfruttare meglio i
presupposti, in particolare la comicità innata di Fresi. Troppo pochi inoltre
sono gli screzi e le scintille tra il suo personaggio e quello opposto di Argentero.
Lo stile da fiction televisiva e certe scene che proprio non avremmo voluto
vedere – troppo buoniste o che sanno di già visto – inficiano ulteriormente una
commedia che perde mordente strada facendo, rivelandosi anche un po’ noiosa sul
finale. A nulla servono la cura per i costumi (costante la ricerca di abiti
particolari e colorati) e la colonna sonora variegata che coniuga musiche
originali, pezzi pop/rock di giovani complessi emergenti e qualche brano di
repertorio dal sapore vagamente vintage.
Davvero un peccato, perché le premesse per un prodotto divertente
e di migliore qualità c’erano tutte. Purtroppo Al posto tuo delude le nostre aspettative ed ha gli stessi difetti
e debolezze già riscontrati lo scorso anno in Poli Opposti.
Al cinema dal 29 settembre.
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