di Silvia Sottile

Luca Molteni (Luca Argentero) è un uomo affascinante,
ipertecnologico, glamour, single e sciupafemmine. Rocco Fontana (Stefano Fresi)
è un tranquillo padre di famiglia, è sposato con Claudia (Ambra Angiolini), ha
tre figli, una casa in campagna ed è perennemente a dieta. Uno è un estroso
architetto, l’altro un preciso geometra. I due non potrebbero essere più
diversi, non hanno nulla in comune, tranne il lavoro: sono infatti entrambi
direttori creativi di due aziende di sanitari sull’orlo della fusione. Ma la
nuova società ha bisogno di un solo responsabile, con le qualità di ambedue, così
Luca e Rocco sono costretti a sfidarsi in questa sorta di gioco di ruolo, uno
scambio di vite proposto dal loro nuovo capo, la sadica Sig.ra Welter (Pia
Lanciotti) per capire e accettare le rispettive abitudini e gli immancabili
segreti. Nel cast troviamo anche Serena Rossi (nei panni di un’avvenente
barista di paese, nonché cugina di Rocco), Grazia Schiavo (Ines, la vicina
salutista di Luca) e Fioretta Mari (Erminia, l’estroversa mamma di Claudia).
Lo spunto di partenza, sebbene non proprio originale, sembra
piuttosto simpatico, da tipico buddy
movie: due uomini apparentemente opposti, costretti a vestire l’uno i panni
dell’altro. E già si ride al solo pensiero di immaginare Fresi nei panni di
Argentero (gli stessi protagonisti hanno scherzato ironicamente su questo
aspetto con i giornalisti in sede di conferenza stampa). L’inizio tutto sommato
è abbastanza scoppiettante, perché sia Fresi che Argentero sono bravi,
brillanti e affiatati. Peccato però che le buone premesse vengano del tutto
disattese. Il problema principale è proprio la sceneggiatura: piatta, banale,
priva di ritmo e di guizzi originali. Si intuisce già molto tempo prima come si
evolveranno tutte le vicende: entrambi troveranno nella vita dell’altro
qualcosa di buono e questo li aiuterà a migliorare le proprie esistenze.
La pellicola non decolla mai, e non regala
nulla che le consenta di essere ricordata. Pian piano l’interesse per la trama
si affievolisce del tutto, i personaggi risultano troppo stereotipati nei
propri ruoli; i comprimari, a cui è teoricamente assegnato il ruolo maggiormente
comico, scivolano in situazioni prevedibili ed anche piuttosto inutili. La Angiolini
sembra fuori parte (poteva essere sfruttata meglio), la Schiavo è sempre troppo
sopra le righe, l’unica donna che lascia il segno è la bella e mediterranea Serena
Rossi.
Per riuscire nel suo intento di regalare una piacevole
commedia, Croci avrebbe dovuto rischiare di più e sfruttare meglio i
presupposti, in particolare la comicità innata di Fresi. Troppo pochi inoltre
sono gli screzi e le scintille tra il suo personaggio e quello opposto di Argentero.
Lo stile da fiction televisiva e certe scene che proprio non avremmo voluto
vedere – troppo buoniste o che sanno di già visto – inficiano ulteriormente una
commedia che perde mordente strada facendo, rivelandosi anche un po’ noiosa sul
finale. A nulla servono la cura per i costumi (costante la ricerca di abiti
particolari e colorati) e la colonna sonora variegata che coniuga musiche
originali, pezzi pop/rock di giovani complessi emergenti e qualche brano di
repertorio dal sapore vagamente vintage.
Davvero un peccato, perché le premesse per un prodotto divertente
e di migliore qualità c’erano tutte. Purtroppo Al posto tuo delude le nostre aspettative ed ha gli stessi difetti
e debolezze già riscontrati lo scorso anno in Poli Opposti.
Al cinema dal 29 settembre.
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