di Silvia Sottile

Oltre 100.000 ragazzi italiani lasciano ogni anno il bel
paese trovando all’estero migliori realtà lavorative e spesso anche il
riconoscimento dei propri meriti e del proprio valore, riuscendo a svolgere –
retribuiti – il lavoro dei propri sogni o almeno inerente ai propri studi. Una
chimera per noi. Detto questo, spiace constatare come ad un interessante spunto
di partenza, almeno sulla carta, non corrisponda una realizzazione
cinematografica all’altezza.
Sandro (Filippo Scicchitano) è un ventenne gentile e
insicuro che sogna di diventare scrittore. Luciano (Giovanni Anzaldo) è invece
coraggioso e brillante ma con un misterioso lato oscuro. Lavorano entrambi come
camerieri e sull’onda di un’euforica incoscienza decidono di lasciare l’Italia
che non offre loro alcuna prospettiva e partire per Cuba col progetto di aprire
un ristorante italiano fornito di wi-fi (ancora raro sull’isola) grazie alle
nuove ma limitate concessioni governative. Lì incontreranno Nora (Sara
Serraiocco), una ragazza sopravvissuta ad un aneurisma, che cambierà le loro
vite. La bellezza e la violenza di Cuba porteranno Luciano a perdere ogni punto
di riferimento, mentre Sandro invece troverà se stesso e scoprirà il motivo per
cui ha deciso di seguirlo fino a lì.
Come dicevamo, il tema è quanto mai attuale. Non è un paese per giovani fotografa la
reale e amara situazione di un’intera generazione che in patria si vede
crollare il mondo sotto ai piedi ma non ha voglia di arrendersi né di
rinunciare alla propria dignità e ai propri sogni e si trova costretta a
inseguirli all’estero.
Il film però non riesce a inquadrare il messaggio che vuole
trasmettere, inficiato da una sceneggiatura imbarazzante che parte in un modo
per prendere poi una direzione completamente diversa rispetto alle premesse
iniziali. La trama nell’insieme non risulta credibile e soprattutto sa di già
visto, il ritmo è troppo discontinuo anche a causa di un montaggio non
convincente e gli stessi personaggi sono sviluppati male, tanto da sembrare
incoerenti. Un’altra nota dolente è costituita dai continui cambi di registro
che dissociano ulteriormente lo spettatore: momenti tipicamente da commedia alternati
senza soluzione di continuità a vicende fortemente drammatiche che colpiscono
(o hanno colpito in passato) i protagonisti.
Anzaldo, Scicchitano e la Serraiocco sono bravi attori
italiani emergenti eppure faticano parecchio ad esprimere il loro talento in
questa pellicola, mentre svettano i comprimari: Sergio Rubini (Cesare, il padre
di Sandro) e soprattutto Nino Frassica (nel breve ruolo di un messinese che
vive a Cuba da trent’anni) dotato, come sempre, di una comicità brillante.
Non è un paese per
giovani, al cinema dal 23 marzo, vanta almeno una meravigliosa colonna
sonora che porta la firma dei Negramaro. Inoltre le splendide spiagge cubane
tolgono il fiato e fanno venire voglia di mare. Ma è davvero troppo poco.
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