di Silvia Sottile
Basato sul famoso libro Denial:
Holocaust History on Trial di Deborah E. Lipstadt, La verità negata racconta la battaglia legale intrapresa
dall’autrice (interpretata dal premio
Oscar Rachel Weisz) per il riconoscimento della verità storica dell’Olocausto contro David Irving (Timoty Spall), che la citò in giudizio per diffamazione
dopo che la Lipstadt lo accusò di negazionismo.
La verità negata,
presentato in selezione ufficiale alla Festa del Cinema di Roma 2016, è dunque
un intenso e avvincente legal drama, basato sulla drammatica vicenda processuale che ha coinvolto l’accademica
americana (di origini ebree) Deborah Lipstadt, costretta a difendersi in
tribunale dalle accuse di Irving. Poiché per il sistema legale inglese nei casi di diffamazione l’onere della prova spetta all’imputato, toccò al team di avvocati della Lipstadt - guidati da
Richard Rampton (Tom Wilkinson) con la collaborazione di Anthony Julius (Andrew
Scott) - dimostrare una verità
fondamentale, ovvero che l’Olocausto fu un evento storico reale e non
un’invenzione, tesi invece sostenuta dal negazionista filo-nazista Irving, che
arrivò addirittura a negare l’esistenza delle camere a gas ad Auschwitz.
La pellicola, diretta in modo classico e lineare da Mick
Jackson (Guardia del Corpo), vanta
un’ottima sceneggiatura ad opera del drammaturgo David Hare (The Hours, The Reader) che riesce a
rendere coinvolgente e toccante quello che in altre mani sarebbe potuto
diventare un freddo dramma processuale. Grazie in particolare alla scrittura
dei dialoghi e alla ricostruzione degli eventi si sottolinea l’importanza
fondamentale di questa vicenda, perché non è accettabile che qualcuno sia
libero di negare un’evidenza storica come l’Olocausto in nome della libertà di
espressione. Eppure spettò a un tribunale di Londra (dopo mesi di delicati
dibattiti filosofici rigidamente basati su prove concrete) ribadire che avvenne
realmente e stabilire in maniera univoca fatti storici inconfutabili. Il tutto
senza portare in un’aula di tribunale i superstiti dei campi di concentramento.
È evidente anche l’intento di muovere una critica al contorto sistema legale
inglese nei casi diffamazione, che in questa particolare circostanza rasenta
l’assurdo.
Straordinarie le interpretazioni dei tre protagonisti
principali: Rachel Weisz, Tom Wilkinson e Timothy Spall riescono a rendere reali
i rispettivi personaggi, donandogli una profondità psicologica a tutto tondo,
carica di sfumature.
L’ambientazione è principalmente al chiuso (aule
universitarie, aule di tribunale, ecc.) ma le poche scene girate ad Auschwitz
mettono i brividi e sono particolarmente commoventi.
La verità negata,
nelle nostre sale dal 17 novembre, è un emozionante dramma processuale che
rende giustizia ad una vicenda storica tanto dolorosa quale l’Olocausto, che è
fondamentale non venga mai dimenticata.
Nessun commento:
Posta un commento