di Silvia Sottile
Nato da un’idea di Alessandro Giuggioli, che è anche
interprete e produttore, In bici senza
sella è un film in sei episodi (diretti da 7 registi) che racconta in
chiave ironica e grottesca il mondo dei giovani, il precariato e le difficoltà di trovare, ma anche di mantenere, un lavoro, mettendo in mostra apertamente
certe assurde dinamiche del settore che i giovani di oggi purtroppo ben conoscono,
ipotizzando anche soluzioni alternative.
Supporter d’eccezione di questo progetto è il premio Oscar
Colin Firth, cognato di Giuggioli, che ha seguito le varie fasi di lavorazione,
durate ben 4 anni, ed ha sponsorizzato personalmente il film con la sua
presenza alla facoltà di Economia dell’Università di Roma La Sapienza in
occasione di una proiezione in anteprima seguita da un dibattito con gli
studenti sui giovani e il lavoro.
Anche il titolo della pellicola vuol far riflettere sul fatto
che l’attuale generazione alla ricerca di un lavoro si trova a dover “pedalare”
in condizioni proibitive, “senza sella”, per l’appunto. Vediamo meglio quali
sono e cosa si racconta in queste sei storie tanto grottesche quanto
realistiche (almeno negli assiomi di partenza), al termine delle quali la
risata è di certo amara.
Santo Graal (di Giovanni Battista Origo con Edoardo Pesce, Riccardo
De Filippis e Alberto Di Stasio) è la storia di due giovani che si arrangiano
come possono sgomberando cantine e soffitte e un giorno si trovano tra le mani
il Santo Graal, ma rinunciano all’immortalità pur di non rischiare di
trascorrerla nel precariato.
I precari della notte (di
Sole Tonnini e Gianluca Mangiasciutti con Alessandro Giuggioli, Luca
Scapparone, Michele Bevilacqua e Flavio Domenici) racconta di improbabili
lotte clandestine tra precari, cassintegrati e lavoratori in nero.
Curriculum Vitae (di
Matteo Giancaspro, con Flavio Domenici, Francesco Montanari e Stefano Ambrogi) espone
il ben noto problema del sentirsi dire ai colloqui di essere “troppo
qualificati” mentre in Crisalide (di
Cristian Iezzi e Chiara De Marchis, con Emanuela Mascherini, Alberto Gimignani
e Remo Stella) vengono declinate le difficoltà al femminile nel mantenere il
posto di lavoro, come ad esempio in caso di una gravidanza.
Il parassita (di
Francesco Dafano con Alessandro Giuggioli e Ciro Scalera) e Il posto fisso (di Sole Tonnini con
Michele Bevilacqua, Luca Scapparone e Edoardo Sala) trovano due diverse e
paradossali soluzioni al precariato.
Vanno indubbiamente premiati gli sforzi produttivi di
Giuggioli (grazie anche al finanziamento tramite crowfunding) e di attori e
registi, per aver soprattutto affrontato un argomento caldo e urgente con
questo interessante progetto. Purtroppo però In bici senza sella, in sala dal 3 novembre, offre poco a livello cinematografico, soffrendo proprio per le
difficoltà economiche sia in fase di produzione che di realizzazione: ad
esempio sceneggiatura e fotografia sono qualitativamente scadenti, la stessa
recitazione appare un po’ troppo sopra le righe. Si rivela inoltre una pellicola piuttosto
scollata e poco coinvolgente anche a livello di trama a causa dell’eccessiva
frammentarietà degli episodi. Offre giusto qualche risata e uno spunto,
decisamente dal retrogusto amaro, per riflettere.
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