Mi dispiace ammetterlo, ma in C'è qualche cosa in te, il nuovo spettacolo di Enrico Montesano in scena dal 3 Ottobre al Teatro Brancaccio di Roma, c'è qualcosa, e anche di più, che non va.
La storia, di per sè, potrebbe essere carina: Nando, interpretato dal comico romano che certamente non ha bisogno di presentazioni, è il custode di un deposito di costumi e oggetti scenici di un teatro destinato a diventare un centro commerciale. Accanto a lui, un micromondo di personaggi simpatici che di tanto in tanto compaiono e lo mettono in contatto con il mondo reale e attuale: Delia (interpretata da Ylenia Oliviero), una giovane ragazza "impunita" con cui instaura un rapporto affettuoso, l'avvocato incaricato di seguire il progetto (Michele Enrico Montesano), il ragazzo tuttofare del bar (Marco Valerio, Montesano anche lui), la squadra di operai ed i "vestiti" che prendono forma e vita grazie ad un corpo di ballo composto da una ventina di elementi tra uomini e donne.
Quello che potrebbe e vorrebbe essere un omaggio alla grande commedia musicale italiana e ai suoi protagonisti e musicisti (grazie anche alle musiche, sia originali che arrangiate, di Renato Serio), si perde nei meandri di una trama spezzettata che troppo spesso ed in maniera troppo prolungata lascia spazio e tempo ai monologhi di Montesano, soprattutto nel primo atto. Si (sor)ride, ovvio, ma ci si distrae dalla linea narrativa, che in questo modo va ad indebolirsi fino a diventare un sostegno appena abbozzato e assolutamente non stabile: mentre le varie imitazioni si inseriscono abbastanza bene all'interno della storia (per lo meno sono giustificate), le battute sull'attualità, la crisi e la politica, per quanto divertenti, diventano inopportune nel contesto in cui sono inserite. Peccato che un attore del calibro di Montesano si sia concesso una simile ingenuità, non decidendo fin dall'inizio il fronte su cui combattere: musical o one man show?
Chissà qual è stato il giudizio di Enzo Garinei, presente in sala...
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