di Emanuela Andreocci
Con American Horror Story: Coven Ryan Murphy (creatore anche di Nip/Tuck e Glee) e Brad Falchuk continuano a fare centro. La loro forza sta nell'attingere al classico e più che vasto repertorio dell'horror per farlo proprio: innovandolo e dotandolo di caratteristiche uniche e rare, danno vita ad un prodotto che esula dagli schemi, di immediato impatto e coinvolgimento.
Con American Horror Story: Coven Ryan Murphy (creatore anche di Nip/Tuck e Glee) e Brad Falchuk continuano a fare centro. La loro forza sta nell'attingere al classico e più che vasto repertorio dell'horror per farlo proprio: innovandolo e dotandolo di caratteristiche uniche e rare, danno vita ad un prodotto che esula dagli schemi, di immediato impatto e coinvolgimento.
Una delle idee di maggior successo è sicuramente
quella di utilizzare gli stessi attori: in questo modo il pubblico non
si affeziona ai singoli personaggi (con i quali comunque crea un inevitabile
rapporto che però si esaurisce all'interno della singola stagione), ma ai loro
interpreti. Non tornano tutti, certo, e non sempre, ma ci sono degli elementi
che sono intoccabili. Regina indiscussa è Jessica Lange che in Murder House nei panni di Constance, ma
soprattutto in Asylum in quelli di Suor Jude, ha
regalato delle interpretazioni... da brivido, giusto per rimanere in
tema. In questa terza stagione è affiancata da un colosso quale Kathy
Bates, per cui sarà difficile, ma certamente non impossibile, mantenere lo
scettro.
Ritroviamo Sarah Paulson (la giornalista Lana Winters in Asylum), Lily Rabe (che ricordiamo per
il ruolo di Suor Mary Eunice) in quello che, per ora, sembra essere solo
un cameo, Jamie Brewer (Adelaide in Murder House) e Frances Conroy
(la governante Moira della prima stagione e la Morte nella seconda); incontriamo
di nuovo con piacere anche la coppia Taissa Farmiga - Evan Peters: dopo aver
recitato insieme in Murder
House (lei nei panni di
Violet Harmon e lui in quelli di Tate Langdon), i due si ritrovano fianco a
fianco in Coven (ricordiamo
però che, mentre la Farmiga "saltava il turno" di Asylum, Peters era
presente nei panni di Kit Walker). Il loro nuovo incontro è
stranamente romantico e strizza l'occhio allo spettatore più attento che
certamente riconoscerà il rimando a quello avvenuto tra Claire Danes e Leonardo
di Caprio in Romeo+Juliet di Baz Luhrmann. Assenti
all'appello Zachary Quinto e Dylan McDermott, finora sempre presenti.
Dopo un ottimo inizio con Murder House (la casa infestata è
certamente un ever green del genere) e l’altissimo livello
raggiunto con Asylum (l’ospedale
psichiatrico si è dimostrato il luogo ideale per ambientare storie torbide e
inquietanti), potrebbe a primo acchito non sembrare molto originale proseguire la
serie dedicando una terza stagione alle
streghe. L’argomento, infatti, è innegabilmente trito e ritrito (il personaggio
di Taissa Farmiga, per esempio, al momento incarna lo stereotipo della strega
che uccide i propri partner durante l’amplesso e sembra essere uscito dal
recente Nymphs), ma se la Suprema
interpretata da Jessica Lange gestisce insieme alla figlia Cordelia (Sarah
Paulson) un collegio per ragazze "speciali" e dissotterra Madame
LaLurie (interpretata dall'attesissima new entry Kathy Bates), la dama della
metà dell'800 famosa per le sue pozioni di sangue e organi umani per ottenere
l'immortalità, siamo certi che non ne rimarremo delusi.
Pronti per la nuova magia di American Horror Story?
Nessun commento:
Posta un commento