di Emanuela Andreocci
Due uomini, due comandanti, il mare e la necessità di sopravvivere. Tutto questo e molto altro troviamo nel nuovo, superbo film di Paul Greengrass Captain Phillips - Attacco in mare aperto, basato sul sequestro della nave americana Maersk Alabama avvenuto nel 2009 da parte di quattro pirati Somali.
Tom Hanks, in stato di grazia e probabilmente anche di Oscar, è Rich Phillips, il comandante della nave contenente aiuti umanitari destinati all'Africa: è un uomo esperto e riflessivo, sa gestire al meglio non solo il suo mezzo, ma anche e soprattutto il suo equipaggio; Barkhad Abi è Muse, l'altro comandante, quello che si getta all'inseguimento degli americani con un piccolo scafo, due motori di potenza ridotta e tre uomini armati al seguito. Sono le due facce della stessa medaglia chiamata globalizzazione, rappresentano chi ha tutto ed in abbondanza, tanto che può darne agli altri, e chi invece non ha nulla se non ciò di cui è costretto ad appropriarsi con la forza. Entrambi i comandanti portano avanti quella che è la loro missione abituale: Phillips consegna, Muse prende. Per i due si tratta di lavoro, ma si trasforma gradualmente in lotta per la sopravvivenza. Per Muse, in verità, lo è sempre stato: senza ricami, senza spreco di parole, senza destare pietà, il pirata Somalo dal sogno americano fa capire la sua vita verso la fine del film in tre, forse quattro battute.
Paul Greengrass è l'invisibile ma sempre presente terzo comandante: abile traghettatore di animi e sentimenti, cattura l'attenzione dello spettatore introducendolo all'incontro/scontro tra le due carismatiche figure. Con numerosi stacchi di una macchina frenetica, a mano, in continuo movimento, racconta i preparativi della partenza sulla terra ferma, ed in mare mostra il rapporto all'interno dei due differenti equipaggi e le due diverse rotte destinate, inevitabilmente, ad incrociarsi. Decisivo ed emblematico è il momento in cui i due comandanti si osservano, a distanza, attraverso il binocolo: si guardano, si vedono e capiscono di doversi affrontare. Ma questo è solo l'inizio, il film di Greengrass continua a crescere in un climax incessante, che non si esaurisce con l'assalto dei pirati alla Maersk Alabama, e neanche col rapimento del capitano Phillips.
Pochi personaggi per la maggior parte della pellicola, un'ambientazione che varia di poco, il nulla intorno se non lo sterminato mare, eppure lo spettatore non riesce a distogliere lo sguardo dallo schermo, sincronizza i suoi battiti con quelli del comandante in pericolo. Il regista è in grado di dominare sapientemente le azioni fisiche e le reazioni psicologiche dei suoi personaggi, mostra il viso dei protagonisti da vicino ed attraverso i loro occhi arriva nel profondo del loro animo dove, nonostante le continue rassicurazioni di Muse che ad intervalli regolari (si) ripete che andrà tutto bene, risiedono tutte le paure.
In Captain Phillips - Attacco in mare aperto le doti investigative e la maestria nel thriller di Greengrass si sposano alla perfezione creando un prodotto che, senza esagerazioni, tende alla perfezione.
Al cinema dal 31 ottobre.
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