di Silvia Sottile
Per il suo debutto da regista, con Né Giulietta, né Romeo l’attrice Veronica Pivetti
sceglie un copione che da un certo punto di vista somiglia fin troppo a Provaci ancora Prof!, la
fortunata fiction televisiva che l’ha vista protagonista per ben sei stagioni e che sul piccolo
schermo può anche funzionare ma al cinema non convince pienamente.
Rocco (Andrea Amato) ha 16 anni, età molto delicata, ricca
di passioni, sogni, voglia di ribellione e sentimenti in subbuglio. Ha genitori
separati ma aperti, presenti e all’apparenza progressisti: Olga (Veronica
Pivetti) è giornalista mentre Manuele (Corrado Invernizzi) è uno psicanalista
di fama nonché impenitente dongiovanni. Quando però Rocco si rende conto di
provare sentimenti per un compagno di scuola e rivela alla famiglia la propria
omosessualità, arriva l’inevitabile scontro farcito da incomprensioni e pregiudizi
omofobi ad evidenziare i limiti del perbenismo di facciata. Rocco decide allora
di fuggire con i suoi migliori amici, Maria (Carolina Pavone) e Mauri
(Francesco De Miranda), direzione Milano, per partecipare al concerto della
rockstar del momento, giovanissima icona gay, di cui è un fan sfegatato. Mentre
Manuele è preso dalle sue relazioni sentimentali, Olga parte all’inseguimento
del figlio, accompagnata dalla madre, l’anziana, fascista e originale nonna
Amanda (Pia Engleberth). I siparietti tra le due sono la parte più divertente
della pellicola, che alla fine si risolverà con una prevedibile e scontata maturazione
di tutti i protagonisti.


Né Giulietta, né Romeo,
nelle nostre sale dal 19 novembre, è un film che non indaga a fondo nella tematica
che promette di affrontare, i potenziali elementi di interesse rimangono spunti
appena accennati, ed emergono tutti i
limiti della Pivetti al suo primo tentativo come regista.
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