di Silvia Sottile

Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence), la ragazza del
distretto 12 che si era offerta come Tributo per i giochi mortali (gli Hunger
Games, appunto) di Capitol City per salvare la sorella Prim (Willow Shields) e
poi era stata trasformata in uno strumento di propaganda del potere politico detenuto
dal presidente Snow (Donald Sutherland) si trova al distretto 13, roccaforte
sotterranea e militare dei ribelli. Ma anche la presidente Coin (Julianne
Moore), a capo della rivoluzione di Panem, non esita ad usare l’immagine della
ragazza, manipolando i media per ottenere ciò che vuole, trasformandola nella
Ghiandaia Imitatrice, simbolo della rivolta. Katniss, sempre riluttante e
insofferente a questi condizionamenti esterni, prende finalmente consapevolezza
di sé e decide di portare avanti i suoi piani accompagnata dai suoi amici più
fidati: insieme a Gale (Liam Hemsworth), ormai sempre più in versione soldato,
Peeta (Josh Hutcherson), psicologicamente distrutto dal “lavaggio del cervello”
operatogli da Snow, con continuo bisogno di aiuto e conferme, Finnick (Sam
Claflin), alla troupe televisiva armata e a pochi altri componenti dell’esercito
ribelle (la squadra 451) vuole raggiungere Snow ed ucciderlo in una resa dei
conti finale, per ciò che ha fatto a lei e ai suoi cari e per costruire un
futuro migliore per la nazione. Ci troviamo dunque di fronte ad un vero e
proprio film di guerra. I giochi, sebbene letali, sono un lontano ricordo, qui
si combatte davvero per la sopravvivenza.

Nel cast d’alto livello, oltre agli attori già citati,
troviamo Woody Harrelson (nel ruolo di Haymitch), Elizabeth Banks (Effie),
Stanley Tucci (Caesar), Jena Malone (Johanna), Natalie Dormer (Cressida) e il
compianto Philip Seymour Hoffman (Plutarch Heavensbee).
Ma la protagonista assoluta è lei, Jennifer Lawrence, che
rende credibile Katniss, con la sua innata bravura ed espressività. L’attrice,
premio Oscar per Il lato Positivo, è
senza dubbio tra le giovani più talentuose del panorama Hollywoodiano. Il suo
personaggio rappresenta un’eroina femminista che sacrifica la gloria per
inseguire i suoi ideali (rischiando la vita) e si ribella a questa società
dell’immagine vittima della manipolazione mediatica di Orwelliana memoria. È
evidente il forte messaggio di critica alla propaganda politica contemporanea, messaggio
importante per la presa di coscienza dei giovani. Ed è grazie a questo modo di
rivolgersi ai giovani che Hunger Games
diventa qualcosa di più di una saga post adolescenziale, i cui temi profondi
coinvolgono anche il pubblico di ogni generazione.

Ma in definitiva, considerata nel suo insieme, la saga
risulta perfettamente riuscita e d’alto livello sia tecnico che contenutistico,
con una conclusione degna delle epiche vicende narrate. Quest’ultimo capitolo non
deluderà le aspettative dei fan.
Hunger Games: Il canto
della rivolta – Parte 2 è nelle nostre sale dal 19 novembre.
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