di Silvia Sottile

Ernesto (Marco Giallini) e Filippo (Alessandro Gassmann), due
ex amici che non si frequentano più da oltre vent’anni a causa di una donna
(Marianna/Carolina Crescentini), si ritrovano ad insegnare nello stesso liceo
con un approccio totalmente diverso e si scontrano aspramente per il loro
rapporto col web che, neanche a dirlo, è agli antipodi: Filippo è perennemente
connesso ed insegna matematica grazie ad una sua app che risolve
automaticamente ogni tipo di calcolo; viceversa Ernesto, docente di italiano, è
rigido e tradizionalista, possiede un Nokia del ‘95 e vive totalmente al di
fuori della rete. Quando una loro feroce diatriba (avvenuta in classe) finisce
online ed ottiene innumerevoli visualizzazioni, vengono raggiunti da Nina
(Teresa Romagnoli, al suo debutto cinematografico), una ragazza di 25 anni che
fa parte del loro passato. Nina, desiderosa di costruire un rapporto con suo
padre (anzi, con i suoi padri), propone ai due uomini di scambiarsi i ruoli per
un documentario: Ernesto dovrà connettersi mentre Filippo dovrà uscire dal web.
L’idea di partenza è interessante, anche se non
particolarmente originale, ma lo sviluppo della trama soffre di una
sceneggiatura imprecisa e poco coerente. Eppure
la pellicola funziona e lo deve quasi esclusivamente all’affiatata coppia di mattatori: Gassmann e
Giallini (già ben collaudati e di recente apprezzati insieme in Se Dio Vuole di Edoardo Falcone).
La prima parte del film risulta molto divertente e
frizzante, grazie alle esilaranti gag comiche giocate tutte sullo scontro
“tecnologia sì vs tecnologia no” e
sul netto contrasto tra i due protagonisti, ottimamente interpretati da
Giallini e Gassmann che hanno potuto esprimere al meglio le proprie
caratteristiche recitative dando vita a dialoghi brillanti e serrati. La
seconda parte purtroppo perde un po’ mordente, si fa più riflessiva e qualche
snodo narrativo risulta forzato o troppo prevedibile. Sembra scontata infatti
anche la riflessione sui social network così come il finale un po’ melenso. A
ravvivare il ritmo ci pensano i simpatici comprimari, interpretati da bravi
caratteristi (Emanuela Fanelli, Luca Angeletti, Giuseppe Ragone e Malvina
Ruggiano). Nel cast anche Valeria Bilello, Michela Andreozzi e un cameo del
regista.
Risulta azzeccata la trovata di abbattere la quarta parete
grazie all’escamotage del
documentario che consente così ai personaggi di parlare direttamente in camera
creando un contatto diretto e immediato con lo spettatore che non faticherà a
riconoscersi (o a riconoscere amici e conoscenti) in uno dei due contendenti,
per quanto inevitabilmente enfatizzati.
Beata Ignoranza,
nelle nostre sale dal 23 febbraio, è una piacevole commedia, magari imperfetta
ma decisamente godibile.