di Silvia Sottile

Se mi lasci non vale,
come si evince dalla trama, è una simpatica commedia degli equivoci di stampo
teatrale, che gioca ironicamente sulla classica contrapposizione
realtà/finzione. Vincenzo Salemme (in
veste di regista e cosceneggiatore) si affida ad un soggetto di Paolo Genovese che a sua volta si ispira a Delitto per
delitto di Alfred Hitchcock. Proprio la provenienza dal teatro degli attori
protagonisti fa sì che la storia abbia il ritmo giusto, con scene dinamiche e
battute brillanti che riescono a far ridere grazie ai tempi comici perfetti e
soprattutto al modo in cui vengono recitate. Al centro di questa situazione
pirandelliana che vede coinvolti tre uomini e due donne non c’è, come ci si
poteva aspettare, Salemme, ma Buccirosso, in una sorta di inversione dei loro
classici ruoli di vittima e carnefice. Il loro feeling è palese, i siparietti tra
i due sono tra i più riusciti e la commedia scorre piacevolmente nonostante un
intreccio abbastanza prevedibile e una trama a tratti inverosimile.

Le vicende sono ambientate a Napoli e napoletani sono gli
interpreti principali (Salemme, Buccirosso, Autieri, D’Aquino) con l’innesto
del romano Calabresi che ben si amalgama a questa realtà partenopea. La
partecipazione dello straordinario Carlo Giuffrè nel ruolo del padre di Paolo è
un po’ come la ciliegina sulla torta. Da segnalare la piacevole colonna sonora
di Antonio Boccia e l’inserimento delle splendide note di Vivaldi (La primavera da “Le quattro stagioni”) e Pino Daniele (Che male c’è).
Se mi lasci non vale,
nelle nostre sale dal 21 gennaio, è una godibile e simpatica commedia degli
equivoci, di impronta teatrale, che regala un’ora e mezza di spensieratezza e
sorrisi. Una ventata d’aria fresca per il cinema italiano.
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