di Silvia Sottile

Anita (Micaela Ramazzotti) è una single e brillante manager
in carriera, fredda e calcolatrice che alla vigilia di una promozione si
ritrova licenziata e incinta di Paride (Adriano Giannini), il suo capo sposato
e con figli. Ma Anita non si piange
addosso, lei ha un cuore di ghiaccio (anzi, per usare le sue parole, come “un
sofficino congelato”) e vuole solo riottenere il suo posto di lavoro, la cosa
più importante del mondo ai suoi occhi. Con mente lucida e spietata, inizia allora
ad ordire un preciso e diabolico piano di vendetta contro i suoi ex-colleghi e
il suo capo. Viene aiutata da Biagio (Libero De Rienzo), timido e goffo
avvocato, e soprattutto da uno
squinternato gruppo di donne che incontra al parco sotto l’ufficio ovvero la
spacciatrice Olga (Elena Sofia Ricci) e le sue clienti: Gianna (Iaia Forte),
Enrica (Thony) e Filippa (Monica Nappo). Riuscirà in questa impresa
matematicamente pianificata? L’imprevisto è sempre in agguato anche perché
nessuno è come sembra, con continui colpi di scena - uno su tutti - che
stravolgeranno le carte in tavola. E allora ecco un secondo piano di vendetta: perché
Anita non crolla, lei “è così”!

Il tema di fondo è la vendetta ma anche il bel rapporto di
amicizia al femminile con questa complicità che si crea tra donne (tutte
bravissime attrici tra l’altro). Ne esce male la gravidanza, vissuta come un
incidente con Anita che continua a bere e fuma persino marijuana.

Nella prima ora, nonostante la poco realistica trama (che
volendo ci può stare, siamo ben consapevoli dell’ironia di fondo) si ride
piacevolmente. La seconda parte del film invece, dopo un netto taglio dovuto a
un incredibile colpo di scena, perde nettamente di ritmo ed è troppo discontinua,
facendo dimenticare quanto di buono visto prima. Peccato.
Ma alla fine, chi è Napoleone? È possibile scoprirlo direttamente al cinema: Ho ucciso Napoleone sarà nelle nostre sale dal 26 marzo.
Nessun commento:
Posta un commento