di Silvia Sottile
Clint Eastwood e Tom Hanks sono sempre una garanzia. Le elevate
aspettative che nutrivamo su questa pellicola sono state infatti ampiamente confermate.
Il regista vincitore di quattro premi Oscar (Gli Spietati, Million Dollar Baby) racconta la storia realmente
accaduta del Capitano Chesley “Sully” Sullenberger, affidando (per la prima
volta in un suo film) il ruolo del protagonista allo straordinario Tom Hanks,
Oscar per Philadelphia e Forrest Gump ma anche autore di altre
innumerevoli performance indimenticabili.
Il 15 gennaio 2009 il mondo assiste al “Miracolo
sull’Hudson”: il Capitano Sullenberger (Hanks) perde entrambi i motori subito
dopo il decollo del volo US Airways 1549 dall’aeroporto La Guardia di New York
a causa di un impatto con uno stormo di uccelli. È quindi costretto ad un incredibile
ammaraggio di emergenza nelle gelide acque del fiume Hudson,
salvando la vita a tutti i 155 passeggeri a bordo, grazie alla sua lucidità e
alla sua esperienza di oltre 40 anni. Sully viene subito elogiato dall’opinione
pubblica e dai media data la sua impresa eroica senza precedenti, ma lui e il
suo co-pilota Jeff Skiles (Aaron Eckhart) devono difendere e giustificare le proprie azioni e
la decisione presa di fronte alla commissione d’inchiesta del National
Transportation Safety Board (NTSB) che indaga sull’incidente. La moglie di
Sully è interpretata da Laura Linney.
Ancora una volta Clint Eastwood ci racconta una storia vera,
la storia di un eroe dal volto umano, che compie egregiamente il proprio dovere.
Oltretutto si tratta di un evento verificatosi in un momento in cui l’America
aveva fortemente bisogno di “buone notizie riguardanti un aereo a New York” (citazione
dal film).
Sully, sebbene
basato su una vicenda reale che tutti conosciamo, è costruito in maniera tale da tenere sempre alta la tensione modificando il punto di vista della storia, che viene analizzata dall’interno,
dalla prospettiva del Capitano Sully, di come ha vissuto quei 208 secondi di
emergenza e come continua a riviverli nella sua mente durante il periodo dell’inchiesta:
gli incubi su ciò che sarebbe potuto accadere (un drammatico disastro aereo),
le notti insonni a correre, a porsi domande e a chiacchierare con il co-pilota,
le struggenti telefonate alla moglie, lontana fisicamente eppure sempre pronta
a sostenerlo. E viene anche sottolineato più volte – come ha anche ripetuto il vero Chesley Sullenberger
al Torino Film Festival 2016 (in occasione della presentazione del film alla
stampa) – che il miracolo sull’Hudson è frutto di un lavoro di squadra: al
sangue freddo e all’abilità del pilota va aggiunto l’incredibile lavoro dei
soccorsi che in soli 24 minuti hanno consentito di trarre in salvo tutti i
passeggeri dall’aereo che stava affondando nelle gelide acque del fiume. “New
York ha messo in campo il suo meglio”.
Siamo stati sorpresi dalla durata relativamente breve (95
minuti) della pellicola. Eppure il regista è riuscito magistralmente a
concentrare e a trasmettere tutte le emozioni di una vicenda così incredibile e
drammatica ma al contempo epica, commovente ed eroica, e a costruire e a mantenere costante la tensione (smorzata al momento giusto da inaspettate battute
ironiche) grazie alla solida sceneggiatura di Todd Komarnicki – tratta dal
libro Highest Duty scritto dallo
stesso Sullenberger insieme a Jeffrey Zaslow – e naturalmente al cast: impeccabile,
come sempre, Tom Hanks, affiancato da un ottimo Aaron Eckhart a fargli da
spalla (ci auguriamo che entrambi riescano ad ottenere una candidatura agli
Oscar).
Un plauso va anche al montaggio di Blu Murray (storico collaboratore
di Eastwood) perché i numerosi replay, da diverse prospettive, dello
spettacolare ammaraggio, tolgono il fiato.
Sully è al cinema
dal 1° dicembre. Da non perdere. Consigliamo agli spettatori di rimanere in
sala durante i toccanti titoli di coda.
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