di Silvia
Sottile
Oceania, diretto dai veterani Ron Clements e John Musker (storici
registi di Basil l’investigatopo, La
Sirenetta, Aladdin, Hercules, La principessa e il ranocchio), che per la prima
volta realizzano un film animato in CGI, è il 56° film d'animazione Disney.
Più classico
nell’impostazione, nello stile e nei temi rispetto al fortemente innovativo Zootropolis (uscito a febbraio 2016 e a
nostro avviso favorito nella corsa agli Oscar, dopo un anno ricco di
soddisfazioni per la casa di Topolino),
Oceania trasmette comunque un messaggio forte e moderno.
La
protagonista di questa nuova avventura è Vaiana, non una principessa ma la
volitiva figlia di un capo villaggio di una meravigliosa isola del Pacifico. Vaiana
ha sempre sentito un forte legame con l’Oceano, ma il padre le ha proibito di
superare il reef (la barriera
corallina) destinandola a prendere in futuro il suo posto. Quando nella
rigogliosa isola di Motu Nui inizia a giungere una strana oscurità che causa
moria di pesci e piante, Vaiana, supportata da Nonna Tala e dai suoi leggendari
racconti, decide coraggiosamente di partire per mare per salvare il suo popolo.
Il suo viaggio irto di pericoli e difficili prove da superare è volto a recuperare
il cuore di Te Fiti, la madre di tutte le isole, e a costringere il semidio in
disgrazia Maui a restituirlo alla divinità a cui lo aveva sottratto in passato.
Al termine di questa emozionante avventura, intrapresa per amore del suo
popolo, Vaiana troverà ciò che ha sempre desiderato: la sua identità.
Basato sui
racconti della tradizione orale dei popoli delle isole del Pacifico, Oceania si
inserisce nel solco dei recenti classici Disney che vedono come protagonista
un’eroina coraggiosa. La grande novità è che l’emancipazione femminile è già
avvenuta: Vaiana non parte per dimostrare qualcosa ma con un obiettivo molto
più preciso e il suo viaggio avventuroso non è altro che una metafora del
viaggio interiore volto a superare i propri limiti e alla ricerca della propria
identità, finalizzato alla salvezza del suo popolo e della sua famiglia. Va
sottolineato che per la prima volta in assoluto è totalmente assente la love story: si tratta espressamente di
una storia di crescita e non di una storia romantica. Particolare attenzione
viene data anche al tema dell’ecologia e ai danni che è l’uomo stesso a causare
all’ambiente in cui vive. Difatti si nota persino la mancanza di una figura “tipica”
di cattivo, ma naturalmente non possiamo dire di più a questo proposito. Rassicuriamo
invece i più piccoli: non mancano i divertenti animaletti che garantiscono
tanta ilarità, in particolare il coloratissimo gallo HeiHei.
Per il resto
la trama, sempre ben orchestrata, non è particolarmente complessa e procede in
maniera lineare e avvincente, accompagnata da un numero incredibile di canzoni
che riportano un po’ l’orologio indietro nel tempo, ricordando i vecchi
classici a cui ci sono evidenti richiami.
La colonna
sonora di Oceania, come dicevamo
molto presente, è opera di Mark
Mancina, Opetaia Foa’i e Lin-Manuel Miranda. Da segnalare la splendida voce di Alessia Cara che interpreta (in
versione originale) il brano How Far I’ll
Go che veleggia in direzione Oscar, mentre nella versione italiana (che purtroppo
perde parecchio, come era prevedibile) è la giovane e brava Chiara Grispo a interpretare
le canzoni della protagonista Vaiana. Rocco Hunt e Sergio Sylvestre cantano il
brano dei titoli di coda (Prego, versione
italiana di You’re Welcome).
Tecnicamente
ineccepibile, è a livello visivo che l’animazione Disney continua a stupire,
raggiungendo vette di perfezione considerate finora impossibili e regalando immagini
meravigliose che tolgono letteralmente il
fiato: non solo colori vivaci e sgargianti ma una resa così realistica
dell’acqua (uno degli elementi generalmente più difficili da animare),
trasparente, cristallina, di una tonalità di azzurro da far venire voglia di
tuffarsi all’istante. Stessa impeccabile precisione anche per i capelli ricci
dei due protagonisti, che sembrano veri in ogni loro movimento. Molto carina anche
l’idea dei tatuaggi animati sul petto di Maui: se narrativamente rappresentano
un po’ la sua coscienza, visivamente sono divertenti diversivi disegnati
manualmente, alla vecchia maniera, unica eccezione in una pellicola realizzata
per il resto totalmente in grafica computerizzata.
Oceania, nelle nostre sale dal 22 dicembre (anche in 3D), è un
film per tutta la famiglia. Del resto, come da tradizione, non è Natale senza i
film di animazione della Disney.
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