di Silvia Sottile
Minuscule - La valle delle formiche perdute nasce da una serie prodotta da Futurikon
per la tv francese: gli episodi, di pochi minuti, sono stati trasmessi in tutto
il mondo, anche in Italia da Rai yoyo. Gli stessi autori, Hélène Giraud e
Thomas Szabo, hanno scritto e diretto questo lungometraggio, che sarà nei nostri cinema a partire dal 22 gennaio, utilizzando la
medesima tecnica di animazione: paesaggio reale (i meravigliosi parchi nazionali
del Mercantour e des Ecrins) e personaggi, ovvero gli insetti, creati e animati con la computer grafica.
Una particolarità, sia della serie che del film, è quella
dell’assenza di dialoghi, ma se da una parte può non essere un problema per i pochi intensi minuti degli episodi televisivi, potrebbe invece esserlo per un'intera pellicola di un'ora e mezza, che
sembra quasi voler ripercorrere la gloriosa strada del cinema muto francese. Come
dare il ritmo? Come narrare la storia? In realtà i suoni ci sono e scandiscono azioni e avvenimenti: sono quelli della natura, i versi degli insetti che abitano questo mondo e soprattutto le
musiche a cui è affidato il compito di raccontare la storia e trasmettere le
emozioni in maniera chiara anche per i
più piccoli.
La trama è semplice ma resa avvincente dalle immagini, dal
montaggio e dalla colonna sonora, molto intensa. Dopo un pic-nic abbandonato
frettolosamente, formiche nere e formiche rosse si contendono un ricco bottino:
una scatola di zollette di zucchero. Protagonista è una piccola coccinella che
stringe amicizia con una formica nera e si ritrova coinvolta in questa
battaglia per aiutare la colonia delle formiche nere a difendere il formicaio
dalle crudeli e temibili formiche rosse, in un’avventura epica quasi come un Signore degli anelli ambientato nel mondo negli insetti.
I rimandi alle pellicole di Peter Jackson sono parecchi ed evidenti, in particolare nella battaglia del formicaio che ricorda molto quella di Minas Tirith. Le formiche rosse sembrano una marea di piccoli orchi che attaccano catapultando sassi, matite e forchette diventano frecce, fuochi d’artificio si trasformano in pericolosi razzi e le aspirine servono a difendere il fossato. Ma in fondo è la storia di una coccinella che , nonostante sia piccola, può fare grandi cose, soprattutto in nome dell’amicizia.
I rimandi alle pellicole di Peter Jackson sono parecchi ed evidenti, in particolare nella battaglia del formicaio che ricorda molto quella di Minas Tirith. Le formiche rosse sembrano una marea di piccoli orchi che attaccano catapultando sassi, matite e forchette diventano frecce, fuochi d’artificio si trasformano in pericolosi razzi e le aspirine servono a difendere il fossato. Ma in fondo è la storia di una coccinella che , nonostante sia piccola, può fare grandi cose, soprattutto in nome dell’amicizia.
La pellicola tratta anche il tema dell’inquinamento: resti di cibo,
matite, medicine, forchette, fiammiferi,
insetticidi, lattine arrugginite non sono altro che l’immondizia che
noi esseri umani abbandoniamo nell’ambiente.
Numerosi i riferimenti cinematografici, da Star Wars a
Psyco, che naturalmente saranno colti, con un pizzico di ironia, solo dal
pubblico adulto. Merita di essere menzionata anche l’appassionante scena dell’inseguimento
con la coccinella e le mosche, un cult della serie tv che piace sempre tanto ai
bambini. Si tratta di un omaggio ai film di Buster Keaton e Charlie Chaplin.
Divertente ed emozionante film per famiglie, consigliato per
i più piccoli ma godibile anche per gli adulti.
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