di Silvia Sottile
Le grandi aspettative che nutrivamo per il nuovo film di Francesca Archibugi
(prodotto, tra gli altri, anche da Paolo Virzì) sono state ampiamente
soddisfatte: Il nome del figlio, in sala dal 22 gennaio, rappresenta il
ritorno al cinema per la regista romana che si cimenta in una commedia
brillante con un cast d’eccezione che vede sullo schermo tutti grandi attori
italiani.
Base di partenza della sceneggiatura è la pièce teatrale
francese Le prènom divenuta in seguito anche un film, Cena tra amici (di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte). È stato naturalmente fatto un abile lavoro di riscrittura per adattarla alla
nostra realtà italiana: ci troviamo di fronte ad uno spaccato di società contemporanea con cinque protagonisti, diversi tra loro ma legati fin dall’infanzia, che rappresentano un po’ le due
facce del nostro Paese. Paolo Pontecorvo (Alessandro Gassmann) proviene da una nota
e agiata famiglia, è un cinico agente immobiliare di centro-destra sempre in
vena di fare scherzi e non perde occasione per mettersi al centro dell’attenzione. Betta (Valeria
Golino), sorella di Paolo, è un’insegnante con due figli: madre, moglie, amica,
remissiva e disponibile, ma insoddisfatta. Sandro (Luigi Lo Cascio), marito di Betta, è un professore universitario di
sinistra un po' snob, scrittore di saggi e maniaco di twitter. Claudio (Rocco
Papaleo) è l’estroverso amico d’infanzia, un musicista dalla vita sentimentale
segreta e colui che ha sempre tenuto unita la compagnia. A questi personaggi si aggiunge anche Simona
(Micaela Ramazzotti), la bella di periferia, moglie incinta di Paolo e scrittrice di successo grazie ad un romanzo piccante.
Quella che doveva essere una semplice cena tra amici si trasforma, a causa di uno scherzo sul nome da dare al nascituro, in un profondo scontro psicologico in cui tutti i nodi vengono al pettine ed emergono i contrasti, le recriminazioni, i problemi personali, i conflitti irrisolti ed i segreti di chi si pensava di conoscere perfettamente. Si approfitta della situazione per creare un momento catartico in cui, senza peli sulla lingua, gli amici si confessano e si rinfacciano tutto ciò che pensano l’uno dell’altro e che hanno taciuto per vent’anni, ma sempre mantenendo il tono allegro e divertente della commedia, anche perché alla base c’è una profonda amicizia e un legame che dura da una vita. La quasi totalità della storia si svolge a casa di Betta e Sandro, uno scenario molto limitato, ma creato e rappresentato alla perfezione fin nei dettagli, con la presenza anche dei due figli della coppia e una moltitudine di libri sparsi ovunque. Interessanti e utili allo svolgersi della trama risultano anche i brevi flashback nella villa al mare dove i protagonisti hanno trascorso l’infanzia.
Sono i dialoghi, i movimenti sulla scena e la gestualità dei protagonisti a scandire il ritmo di una commedia che fila
liscia come l’olio, grazie anche e soprattutto all’abilità della regia e, lo abbiamo detto, della recitazione: i tempi
comici sono perfetti e si ride di gusto, con un pizzico di amarezza e commozione.
Splendida la caratterizzazione dei personaggi: gli attori si calano
magistralmente nella parte, tutti incarnano alla perfezione il ruolo assegnato
che sembra essere stato scritto
appositamente per loro (la stessa regista, d'altronde, ha ammesso in sede di conferenza stampa che le servivano personaggi che "illuminassero i contrasti").
Una curiosità: la scena della nascita è stata davvero
ripresa dalla Archibugi al momento del parto di Micaela Ramazzotti. Abbiamo
dunque per la prima volta sugli schermi la piccola Anna Virzì.
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