di Roberto Caravello
Jean-Pierre
e Luc Dardenne firmano la sceneggiatura e la regia di questa pellicola presentata
in concorso al 67° Festival di Cannes, dove i due fratelli registi sono di casa:
pensiamo infatti a Rosetta, altro film sul tema del lavoro e della pressione sociale, che ha ricevuto la Palma
d’oro nell’ormai lontano 1999, e a Il
ragazzo con la bicicletta del 2011 premiato col Gran Prix speciale della
giuria. La nuova prova cinematografica dei Dardenne non è da meno delle
precedenti, anche se ha avuto minor fortuna.
Sandra,
moglie di Manu e madre di due figli, rischia di perdere il lavoro dopo essere
stata in malattia alcuni mesi causa depressione. Quando, però, parzialmente
guarita torna in fabbrica, il suo capo comunica agli altri sedici dipendenti
che per poter mantenere il suo stipendio dovrà sospendere a tutti il bonus
annuale di mille euro. Viene indetta così una votazione per decidere del
destino di Sandra, che avrà a disposizione due giorni per incontrare ad uno ad
uno tutti i suoi colleghi e convincerli a rinunciare al bonus per lei.
Questa,
in poche parole, è la sinossi di un film davvero sorprendente, che con un
inizio un po’ lento e in sordina, riesce pian piano a meritarsi tutta l’attenzione di cui il pubblico può
essere capace.
I
registi, aiutati dai due protagonisti Marion Cotillard e Fabrizio Rongione
(quest’ultimo presente nella maggior parte dei film dei Dardenne da Rosetta in poi), riescono con semplicità
a raccontarci la vita vera, fatta di fragilità inspiegabili (i pianti continui
di Sandra), di altrettante ingiustizie e di grazie inattese. Convincente anche
il rapporto fra marito e moglie che è tacitamente messo a tema per tutta la
pellicola con grande delicatezza e sincerità: ci mostra cosa voglia dire sostenersi
a vicenda nel mondo di tutti i giorni, senza però risparmiarsi la verità e la
durezza di ciò che ci circonda (e di noi stessi).
La
grande sensibilità dei fratelli Dardenne, grazie anche all’occhio fresco e
luminoso della fotografia, permette di condurre senza sbavature un plot tutto
sommato semplice, quasi scarno, e a tratti davvero lento, senza però annoiare e
facendoci sorridere anche delle nostre insicurezze (persino della depressione).
Dal
13 novembre nei cinema di Roma e Milano, dal 20 in tutte le altre sale italiane,
Nessun commento:
Posta un commento