di Roberto Caravello
Susanne Bier, elevata agli altari
degli Academy Award nel 2011 con In un
mondo migliore, ci porta con sé
nel cuore della Grande Depressione americana e ci lascia soli in un avamposto
di taglialegna sperduto nelle Smoky Mountains , tra il Tennessee e il North
Carolina.
Grazie al gusto straordinario di
Morten Søborg, direttore della fotografia di molte opere della stessa regista
ma anche di pellicole come l’allucinante Valhalla
Rising, e a un uso della scenografia e dei costumi da vero e proprio
colossal, Una folle passione può
tranquillamente essere incluso tra i migliori film delle ultime stagioni
cinematografiche.
Sul finire degli anni ’20 George
Pemberton, piccolo magnate del legname, sposa la bellissima Serena, figlia di
un altro magnate ormai defunto, dotata di una grande forza di volontà e
un’intelligenza finissima e insieme mettono su il loro piccolo impero
finanziario. La loro intensissima storia d’amore, che inizialmente non viene
scalfita né dai forti problemi economici in cui versa l’azienda né dalla
presenza di un socio d’affari, Buchanan, sospettoso e geloso, si incrinerà
irrimediabilmente quando Serena per soccorrere al galoppo un uomo ferito,
perderà il bambino che porta in grembo e la possibilità di averne degli altri.
Da questo punto in poi tutto nella vita dei due degenera in una spirale di
perversione e violenza inarrestabile che esplode definitivamente quando Serena
scopre il passato oscuro del marito.
Il film dipinge un affresco molto
realistico del male di cui l’uomo è capace.
Il male che viene raccontato è un
male vero, sincero e terribile. La regista riesce a trarre da Jennifer
Lawrence, Bradley Cooper e dagli altri interpreti una profondità psicologica
naturale e ben tratteggiata, davvero umana. Non esiste un cattivo puro, il male
assoluto. Come i dannati dell’inferno dantesco anche nelle montagne del North
Carolina si pecca per perversione di un amore. È per amore che Serena decide di
compiere le peggiori nefandezze, per amore di George e di se stessa. È per
amore di Serena che George si lascia trascinare da questa novella Medea nella
follia dell’omicidio.
La performance attoriale dei
protagonisti corona il realismo di cui produzione e regia sono stati capaci. La
coppia Lawrence-Cooper funziona meravigliosamente e grazie alle loro abilità
camaleontiche ci fanno dimenticare della loro ultima apparizione insieme ne Il lato positivo, dove avevano fatto
scintille (da Oscar per Jennifer), e ci rendono a viso aperto il “mondo
interiore” dei loro personaggi.
La pellicola offre tantissimi
spunti di riflessione sulla natura del male e dell’amore, della passione e del
possesso, ma sono riflessioni da fare insieme alla fine della proiezione…
Bisogna andare a vedere questo capolavoro!
Dal 30 ottobre nei cinema.
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