di Luca Cardarelli
Quando
pensiamo a Kevin Costner, ci vengono subito in mente film come Robin
Hood - Principe dei Ladri, Guardia del Corpo, Balla coi Lupi e Un
mondo perfetto: i suoi film di maggior successo. Dopo questi tre, ci
appare come un Golem d'argilla quella mostruosità di Waterworld che ha fatto
leggermente (eufemismo) calare l'attenzione nei confronti di questo
attore/regista che oggi si è addirittura svenduto ad una nota marca di tonno in
scatola, risultando oltremodo ridicolo. Ma... C'è un ma. Quello che vi
presentiamo oggi è un film che potrebbe riportare sulla cresta dell'onda questo
sex symbol degli anni '90, un po' troppo frettolosamente dimenticato. 3 days to kill scritto da Luc Besson e
diretto da McG (conosciuto per Charlie's
Angels, Charlie's Angels più che mai, Terminator - Salvation, Una spia non basta più tutta una serie di documentari
musicali su gruppi come Korn, Cypress Hill ed Offspring) ci riporta indietro
di 20 anni, a quando cioè i film di azione e spionaggio mescolavano in sé
elementi come l'ironia, il romanticismo, la comicità e li coprivano con una
patina Noir a rendere il tutto più, passatemi il termine, cazzuto. La
firma di Besson su questo Thriller/Action/Comedy si legge fin troppo
chiaramente, tanto da sembrare nello stesso tempo un omaggio al suo Lèon ma anche un chiaro tentativo di
far rivivere in una persona sola i personaggi interpretati da Kevin Costner nei
sui film sopra citati. E dobbiamo dire che l'esperimento è pienamente riuscito.
Ethan
Runner (Costner), un ex-agente della CIA prossimo alla morte per un tumore
apparentemente incurabile, separato dalla moglie Christine (Connie Nielsen) e
dalla figlia Zoey (Hailee Steinsfield) che vivono a Parigi, viene avvicinato da
Vivian Delay (Amber Heard), altro agente CIA a cui è stata affidata la missione
di eliminare un terrorista internazionale chiamato "The Wolf"
(Richard Sammel) insieme al suo braccio destro "l'albino" (Tòmas
Lemarquis). In cambio della sua collaborazione la donna gli offre un rimedio
sperimentale contro il suo cancro. In concomitanza con questo ultimo suo
incarico, da svolgere nella capitale francese, tenterà di riavvicinarsi alla
figlia e alla moglie per passare con loro gli ultimi mesi della sua vita.
La
cornice dell'elemento spionistico-action racchiude in sé un
quadro che a sua volta è un insieme di storie e temi diversi che vanno dal
rapporto tra un padre/marito con figlia/moglie da riconquistare, al tema
sociale dell'integrazione razziale (Ethan si ritroverà l'appartamento occupato
da una numerosa e pittoresca famiglia africana e imparerà a conviverci). Ma
quello che salta più all'occhio è la personalità di Ethan Renner: freddissimo
quando si tratta di usare le armi quanto estremamente premuroso nel ruolo di
padre cui, per tre giorni, verrà affidata la figlia in assenza della madre in
viaggio per lavoro. Il dna di questo personaggio lo ritroviamo in Lèon, cui la
sceneggiatura bessoniana e i dialoghi strizzano più di una volta l'occhio,
anche per mezzo di citazioni dirette come quando Vivy accenna al suo lavoro
definendolo "fare le pulizie". Come già accennato, però, in Ethan
Renner ritroviamo un po' della Guardia del corpo Frank Farmer, un po' del
rapitore Butch di Un Mondo Perfetto.
E in questo ruolo Kevin Costner ci sguazza a meraviglia. Non avrebbero potuto
trovare un attore migliore per questo personaggio.
A
livello di sceneggiatura appare tutto impeccabile, a differenza dell'altro film
uscito in questi giorni, sempre scritto da Besson, Brick Mansions. Il cast, oltre al più volte citato Kevin Costner, è
molto ben assortito. In particolare la giovane Hailee Steinsfield (già ammirata
ne Il Grinta dei Coen) risulta molto
apprezzabile nel ruolo affidatole. E che dire della Femme
fatale impersonificata in
Amber Heard (Il potere dei soldi, Machete Kills)? Un ruolo disegnato
perfettamente a sua immagine e somiglianza. Occupa benissimo lo schermo nelle
scene che la vedono protagonista (che sono anche quelle cruciali per quanto riguarda
la parte action del film) e non fa sentire la sua mancanza quando ne
esce.
Molto
ben girati sono gli inseguimenti che, anche per merito della magnifica Parigi
che fa da sfondo, ricordano un po' quelli di The Bourne Identity, altro film ambientato in parte nella capitale
francese.
Molto
chiari risultano anche gli intenti morali di questo film e le loro tracce sono
molto ben distribuite lungo tutta la pellicola, non risultando mai banali o
estranee al tipo di storia raccontata.
In
conclusione 3 days to kill si
profila come un potenziale blockbuster adatto sia a chi ama l'action più
spettacolare fatto di sparatorie ed esplosioni, sia agli amanti dei buoni
sentimenti con quel pizzico di comicità che rende tutto più frizzante e
godibile.
Nei nostri cinema dal 5 giugno.
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